NICLA LOBERTO
HANNO SCRITTO DI LEI…
Fulgido esempio della testimonianza dei valori cristiani
 
 
NICLA
Ti ricorderemo sempre per aver incarnato:
La dolcezza della Madonna attraverso il tuo dolce sorriso
La generosità ed umiltà, predicata da S. Francesco
La perseveranza nella fede, insegnata da Cristo,
tramite la tua testimonianza tra noi
Sei la colonna portante per molti di noi.
 
Grazie
 
Amico e Amica
 
Conosciamo meglio Nicla Loberto attraverso la lettura di alcune testimonianze pervenute, dopo la sua vita terrena, da chi ha avuto la fortuna di conoscerla. Ringraziamo coloro che hanno collaborato a realizzare questa pubblicazione e che hanno contribuito a tracciare un reale profilo di Nicla.
Sicuramente questa raccolta sarà un oggetto prezioso e motivo di orgoglio per suo figlio Marco.
Le testimonianze pervenute sono state tante e non è stato possibile pubblicarle tutte, ci scusiamo con gli autori.
Ti lasciamo la nostra «mail» per raccogliere i tuoi pensieri e la tua testimonianza.
nicla.loberto@libero.it
Per informazioni e comunicazioni potrai scrivere a:
«Gruppo alla scuola e testimoni delle virtù di Nicla Loberto»
Parrocchia S. Giovanni Battista
Via XX settembre
47900 Rimini (RN)
Gli amici di Nicla
 
MARTIRIO BIANCO
MARTIRIO (OSSIA TESTIMONIANZA) DI SOFFERENZA E DOLORE
Martirio psicologico - psicointellettivo - psicosensitivo
 
Nicla, «fiore di Gesù», fiore profumato di Cristo accanto a Lui in Paradiso qual è stato il profumo di questo fiore?
 
VITTIMA                per umiltà,… supinità,… mettersi sempre...sempre al livello più basso di tutti agli altri.
VITTIMA                per arrendevolezza.
VITTIMA                per dolcezza e mitezza.
VITTIMA                per ansia di pace e vedere tutti in pace.
VITTIMA                per amore a Dio e l’amore di Dio offerto ai fratelli e pertanto farsi vittima per gli altri e degli altri.
 
È in questo senso la sua croce presa ed accolta, è stato un giogo, una dipendenza dolce, un carico, ma leggero, realizzando la promessa di Gesù e le Sue parole, con la sofferenza nel cuore. Nicla ha testimoniato con pienezza le parole: «prendi la croce e seguimi»; Croce che Gesù ha reso leggera e dolce dall’amore, quell’affetto che lei dava agli altri, durante la sua malattia preoccupandosi sempre per gli altri che li raggiungeva continuamente con i contatti telefonici ed i messaggi «sms». Dalle cartelle mediche risultano numerosi gli interventi che lei ha subito, certamente è stata purificata nel crogiuolo della sofferenza, impreziosita per il paradiso. Qualche affronto, offesa o indelicatezza subita, gli ha causato, per anni, tormento e dolore. Meditando, nel suo patire, le parole di Gesù sulla croce: «… Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno…» , è stata capace di mettere tutto nelle mani di Gesù ed al Suo Giudizio di Misericordia, cancellando tutto dalla sua mente e dal suo cuore: «Gesù con Te e per Te, perdono tutti», sradicando una comprensibile, naturale ripulsa. Nicla Loberto ha vissuto il martirio bianco, senza effusione violenta di sangue, ma attraverso una sofferenza psico-intellettivo-sensitiva. Ha sofferto il dolore insopportabile della gravissima e violenta malattia, soffrendo tutto per Gesù Misericordioso e con Lui offrendo tutto al Padre Celeste. Nella sua breve vita di figlia, sposa, madre ha magnificato «L’AMORE» come insegnato da Santa Giovanna Francesca di Chantal. Per tutta la vita Nicla ha sopportato,…accettato,…offerto i tanti e vari mille e mille dolori. Quanto affermato è detto e dimostrato da fatti e testimonianze di chi ha saputo leggere disinteressatamente e liberamente, e sia stato capace di accettare la realtà secondo verità.
Nicla si è spesa, senza riserve, per amore a gloria a Dio. Ha sentito penetrarsi la spada della sofferenza nel più intimo e segreto dell’anima. Ha sofferto sempre più in crescendo sino alla morte, in modo svariato dalle mille sfaccettature. Sofferenza terribile per un’anima sensibilissima esplodente d’amore, dai più interessati, il più delle volte non riconosciuto e non ricambiato. Persona che non pretendeva e non chiedeva nulla per sé, come dalle numerose testimonianze. Ha tenuto fede all’amore, «tutto per Te AMORE, dammi la forza, sempre quello che Tu vuoi».
Non è stata debole, povera di amore, costanza, sacrificio-offerta, non una semplice donna, sposa e madre, ma eroica testimone di fede e d’amore a Dio. Può Dio non averla ricolmata della grazia e gloria avendola prescelta e datale la capacità e forza di vivere il Martirio D’Amore? Sintesi, fonte e frutto delle sofferenze spirituali, morali, corporali sofferte e subiti?!!! Conosciamo meglio Nicla attraverso la lettura di alcuni brani tratti da testimonianze pervenute.
Don Pasquale Campobasso
 
RICONOSCIMENTO DELL’AZIONE CATTOLICA A NICLA
Il 22 maggio alle ore 17:30 l’Azione Cattolica della Parrocchia di S. Giovanni Battista in Rimini, ha inaugurato il rinnovato salone della comunità dedicandolo....
 
A NICLA LOBERTO
A PERENNE MEMORIA DELLA SUA GRANDE
TESTIMONIANZA DI FEDE.

La commovente cerimonia è stata animata da preghiere e canti, alla presenza del parroco Don Salvatore Pratelli, di Don Alessandro Zavattini, di Don Pasquale Campobasso, di un elevato numero di appartenenti alla Comunità nonchè parenti ed amici di Nicla.

 
HANNO SCRITTO DI NICLA
*BELLEZZA ..... CROCEFISSA.
*COLONNA PORTANTE DELLA FEDE.
*IL FIORE DI GESÙ.
*UN'AMICA DEGLI ANGELI E UN ANGELO AMICO.
*GENEROSA LUCE DI DIO.
*MEDICO DEI CUORI.
*TESTIMONE VIVENTE DI SANTITÁ E STRUMENTO DI PREGHIERA.
*MAESTRA DI FEDE.
*MESSAGGIO DI TENEREZZA.
*ESEMPIO DI CRISTIANITÁ.
*ANGELO DI FEDE.
*TESTIMONE DI SANTITÁ.
*FARO DI LUCE.
*AMORE IMMENSO VERSO GESÚ.
*RIFLESSO DELL’AMORE DI DIO-PADRE.
*FULGIDO ESEMPIO DI TESTIMONIANZA DEI VALORI CRISTIANI.
*ACCETTAZIONE DELLA VOLONTÀ DEL SIGNORE.
*IL SUO MODO PER COMUNICARE…: IL ROSARIO.
*INCONDIZIONATO ALTRUISMO.
*PERSONA SPECIALE NELLA SEMPLICITÀ DEL QUOTIDIANO.
*DESIDEROSA DI SERVIRE PER OFFRIRE IL CORPO DI CRISTO.
*MAESTRA DI VITA.
*DEVOTISSIMA DELLA MADRE DI GESÙ E DI DIO...MISERICORDIA.
*PROFONDAMENTE EMPATICA.
*SUO UNICO SCOPO, PORTARE CONFORTO ED AIUTARE TUTTI.
*NICLA FRUTTO PREZIOSO...UMANO E...DI FEDE.
*DONNA TRAVOLGENTE. 
*NELLA CHIESA...TUTTI UNITI NELL’ APPARTENENZA A CRISTO.
 
«BELLEZZA ... CROCEFISSA»
Attraverso queste parole esprimo l’essere di Nicla.
"I miei occhi sono stanchi di guardare in alto" (Isaia, 38,149).
Ma ecco. Signore, incrocio il tuo sguardo pieno di attrazione, di pace, di luce proprio lì, sulla croce.....
Tu, annientato, nel dono supremo dell'Amore!
BELLEZZA INFINITA, trasfigurata dal dolore, dal peso del peccato della nostra umanità, assunta e redenta nel Tuo Corpo lacerato. Ora contemplando Tè , BELLEZZA CROCEFISSA , il mio animo si placa, il mio cuore dolcemente plana nelle sfere infinite del Mistero...
Conosce silenzi loquaci, solitudini abitate, orizzonti nuovi.......
Segreti che Tu, Signore, mi sussurri in una intesa amorosa:
con Tè posso trasmettere un raggio di luce e di speranza, il dono della fede a tanti fratelli.
Ora conosco la pace,la Tua BELLEZZA CROCEFISSA scende in me e fa rifluire, nelle mie stanche membra, il sapore della vita. Un grazie lieve, ma vero, pur nella prova più dura, mi sale dal cuore. Il Tuo Volto, Signore, io cerco.... Il Tuo Volto sul mio Tu rifletti e fai brillare per la tua gloria. Il mistero della Redenzione continua!
LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO !
Padre Carmelo Vitrugno
 
COLONNA PORTANTE DELLA FEDE PER MOLTI DI NOI
Nicla
Siamo convinti che non vi sono parole, al di la della cristiana speranza della resurrezione, che possono recare conforto e che riescano a dare senso all’irreparabile. Non c’è una spiegazione alla tragedia, è difficile accettare la tua prematura scomparsa, trovare una giustificazione in quel destino crudele che tragicamente, senza perdono, senza via di scampo, ha puntato su di te Nicla. Il nostro dolore è incommensurabile perché sorge da un evento che, per le regole della natura, è innaturale, vista la tua prematura scomparsa, e pertanto fatalmente incomprensibile ed insopportabile. Nessuno può lenire tale dolore, salvo Dio, a cui spesso abbiamo chiesto di posare la sua mano su di te per salvarti.
Una cosa è certa, questo dolore e anche di chi ti ha conosciuta, certamente in misura e profondità diversa, ma non v’è dubbio che in questa sventura l’urlo del dolore emerge dal cuore di tutti. La tua sofferenza ha creato una fraterna partecipazione, che ti ha abbracciato sempre più, stringendo una lunga catena di umana solidarietà che ha permesso di mescolare le nostre lacrime con loro. Non possono spegnersi gli echi, ne attenuarsi le immagini della tua presenza, senza che io obbedisca all’interiore pulsione, prepotente, che mi spinge a ringraziarti per quanto hai fatto a me e tutti noi. Grazie all’educazione dei nostri genitori abbiamo allacciato un rapporto tra noi fratelli basato sull’amore, sulla complicità e solidarietà, che ha stupito tutti coloro che ci hanno conosciuto per l’inconsueta salda unità. Abbiamo vissuto una serena infanzia, una felice adolescenza, abbiamo condiviso tutte le tappe della nostra vita supportandoci a vicenda, godendo di tutti gli attimi di felicità e mortificandoci per i tristi eventi che la vita ci ha donato. Sin da bambina hai dato dimostrazione della tua vocazione di santità attraverso la tua assidua frequenza alla liturgia, alla preghiera, al rosario, alla vita comunitaria parrocchiale e alla tua empatia nei confronti di tutti. Il destino non è stato molto clemente, le tue tappe, le tue conquiste sono state contraddistinte sempre da un notevole sacrificio, che hai sposato sempre con molta pazienza e fede. Hai saputo crearti un futuro con coraggio lasciando Bari, per lavorare a Biella, Bologna e Rimini dimostrando la tua spiccata professionalità coniugata col rispetto agli altri.
Ovunque sei andata, sei stata sempre apprezzata, creando attorno a te, anche in ambienti ostici, profonde amicizie che non ti hanno permesso di sentirti sola, ricambiando generosamente. In 40 anni abbiamo saputo gioire insieme in moltissime occasioni e siamo riusciti a ritagliare attimi unici di felicità. Il culmine della felicità è giunto quando hai coronato il desiderio di essere madre hai partorito, con immensa sofferenza, un bellissimo bimbo, Marco, che è stato per te un dono di Dio e principale fine di vita. In otto anni hai vissuto per la sua felicità, facendolo crescere con scrupolosità, attenzione, infinita dolcezza, instradandolo nella fede nel Signore e sei stata premiata con grandi soddisfazioni. Sei stata una madre attenta e premurosa, Marco crescerà senza di te, e sentirà la tua mancanza che nessuno potrà colmare, perché la vera mamma è insostituibile; noi Nicla parleremo con lui di te con orgoglio e di quanto hai fatto per lui, in questo breve passaggio terreno, e della tua sofferenza di non poter far altro che seguirlo e proteggerlo dal cielo. Nel rapporto di coppia hai amato senza riserve Antonello, hai dato dimostrazione che chi supera il proprio egoismo elimina il principale ostacolo che sbarra la strada ad ogni vera grandezza ed ogni vera felicità. Sei stata una moglie generosa, attenta e premurosa sapendo gioire, ma anche soffrire in silenzio. Il Signore, per la tua fede, la tua purezza d’anima e l’elevato spirito ti ha chiamato a «Ministro Straordinario dell’Eucaristia», che hai svolto con molta umiltà, testimoniando in ogni momento della tua vita i veri valori cristiani; sei riuscita sempre a consolare, con la tua dolcezza, le tue nonnine e malati a cui portavi l’ Eucaristia. Per le richieste continue di Marco, e per il tuo non egoismo, hai tentato in ogni modo di donargli un fratello, persino forzando madre natura, usandoti un’incredibile violenza al costo della tua unica e sola vita. Destino compiuto, con la collaborazione delle superficialità ed errori di qualche medico. Ti sei ammalata, hai subito strazianti umiliazioni e mutilazioni, hai sofferto immensamente fisicamente, ma soprattutto psicologicamente, essendo lucida e consapevole che andavi lentamente incontro alla morte.
Non ti sei mai lamentata con nessuno, solo Dio sa quanto hai realmente sofferto. È stata una via crucis, un percorso durato quasi due anni, dove la fede non ti ha mai abbandonata, come non ti hanno mai lasciato mamma, che come la madonna ha sofferto, pianto, pregato, sperato in silenzio, papà che ha condiviso le sofferenze, Antonello e noi che, con amore, ti abbiamo seguito ovunque. Sono sicuro che da lassù, oltre che a Marco ed Antonello, seguirai mamma e papà, i quali sia nel benessere, ma particolarmente durante la tua malattia, hanno annullato se stessi, senza chiedere nulla, sorreggendo te e la tua famiglia con estrema generosità, in ogni momento e con gran dignità. Il Signore, nel suo disegno, ti ha voluto ancora mettere alla prova, ha cercato di togliere a Marco anche suo padre, ma portando ai piedi di Cristo la tua disperazione, con le preghiere e con le suppliche, che Pino ha sentito, hai chiesto generosamente di prendere la tua vita anziché l’esistenza di Antonello; un altro fulgido esempio di generosità. Quando l’umano supporto dei medici è risultato vano, il Signore ha dato dimostrazione di averti ascoltata, il miracolo è avvenuto, accogliendo anche le implorazioni dei suoi genitori e le suppliche provenienti da noi tutti, parenti, amici, conoscenti ed estranei invitati a pregare. Hai tanto sofferto col corpo e l’anima con dignità, con timore di disturbare non facendo pesare il tuo stato di disagio, invitando alla preghiera, incoraggiando tutti con il tuo sorriso, serenità e dolcezza di sempre. La tua forza e decisione nell’affrontare la malattia è pervenuta anche dal grande supporto psicologico e sostegno spirituale sopraggiunti dalla tua guida spirituale Don Pasquale Campobasso, con la collaborazione di Padre Carmelo Vitrugno, Don Tonino Posa, Don Alessandro Zavattini che, con grande affetto, a volte ti hanno aiutato a portare la croce. Tante persone, conoscenti e non, dal Piemonte alla Sicilia hanno pregato per te. Abbiamo sempre tutti sperato nel miracolo, ma ciò evidentemente non era il disegno di Dio. Si dice che il Signore coglie sempre il fiore più bello nel campo. Cara Nicla, attraverso questa nostra lettera, siamo sicuri d’interpretare il pensiero di quanti ti hanno conosciuto, amato e voluto bene nella tua fugace e travagliata permanenza nella vita terrena.
Ti assicuriamo con sincerità, scevra da ogni possibile giudizio di parte ed ombra di sciocca adulazione, che tutti coloro che ti conoscono hanno apprezzato senza riserve il tuo modo
eccezionale di proporti, la tua immagine contraddistinta:
 
dal tuo modo semplice di amare;
 
dalla infinita dolcezza;
 
dalla massima disponibilità;
 
dal vivace entusiasmo;
 
dalla energetica grinta;
 
dalla ineccepibile professionalità;
 
dal tuo modo efficace ed efficiente di affrontare le situazioni;
 
dallo stile signorile;
 
dalla grande generosità e capacità nel cogliere e portare a soluzione ogni esigenza di tutti;
 
Ma soprattutto per il tuo rinnovato e incondizionato impegno per testimoniare a tutti, ed in ogni momento, la presenza di Cristo tra noi, anche quando eri stata ammalata e potevi avere dei risentimenti.
 
Le persone che sanno amare sono quelle che rendono bello il mondo e tu sei riuscita a colorarlo con i tuoi sorrisi e le parole.
Non sono gli scienziati o gli economisti o i politici, le persone che contano di più, le persone più importanti della terra, sono le persone come te, quelle profondamente semplici e buone che testimoniano la santità sulla terra. Perché sono loro che sanno dare alla gente quello di cui la gente ha più bisogno…la bontà e fiducia nella fede. Chi porta bontà comunica pace, sicurezza, forza e fede perché comunica con Dio. Grazie per averci insegnato che può esservi grandezza con calore umano e senza arroganza.
 
Grazie per averci sempre stupito per l’entusiasmo commovente, la disarmante disponibilità e la profonda fede.
 
Grazie per aver dimostrato di sapere che oltre l’uomo che vedi c’è dietro un bagaglio di emozioni, paure, speranze e
per aver rispettato sempre la dignità di ognuno.
 
Grazie per i veraci consigli che hai elargito con discrezione
e intensa sensibilità, sono stati più preziosi che l’oro,
ai nostri occhi.
 
Grazie per averci dato l’orgoglio di essere stata
un ottima sorella e amica
 
Grazie per l’impeccabile esempio di madre
 
Grazie per la dimostrazione di fede.
 
Grazie per la certezza di aver potuto sempre contare su di te,…. di cuore ti ringraziamo.
 
 
 
Signore Nicla ha incarnato i valori da te indicati, adesso è in pace con te, ma vegliate sul cammino di Marco, guidatelo dall’alto nel percorso della sua vita, sono sicuro Signore che non puoi scordarti di lui.
 
Amare è rendere presente Dio in mezzo alla gente, e tu Nicla hai amato tutti.
 
Tu pur nella sofferenza, anche quando sapevi della tua malattia, con tutti coloro che conoscevi e con gli altri sofferenti, rendevi presente Cristo spronando tutti a pregare ed a non perdere la fede.
 
Sei riuscita a far intraprendere un percorso di conversione, far pregare ed andare in chiesa chi non aveva fatto ciò prima dei tuoi inviti.
 
NICLA TI RICORDEREMO SEMPRE PER AVER INCARNATO:
la dolcezza della Madonna attraverso il tuo dolce sorriso;
la generosità ed umiltà, predicata da S. Francesco, mediante il tuo comportamento;
la perseveranza nella fede, insegnata da Cristo, tramite la tua testimonianza tra noi;
Sei stata e sarai la colonna portante per molti di noi, grazie Nicla.
Signore moltiplica sulla terra le persone come lei capaci di amare incondizionatamente, perché gli uomini hanno bisogno di Te. Il sociologo Hopenahim ha affermato «Molte persone entrano nella vita di un uomo, ma solo alcuni lasciano le proprie orme nel suo cuore». Tu sei riuscita a lasciare le tue tracce in ogni cuore. Concludendo affermiamo che Nicla si sublima in un permanente stato di grazia e in una tale pienezza di comunicazione da presentarsi come un crocevia di vite, come un nodo singolarissimo e saldo di tempi e di generazioni. Attraverso persone come lei c’è l’espansione del Regno di Dio; attraverso anime come Nicla passano le strade invisibili del mondo, da loro partono e si diramano altre vite che vanno a far fiorire altri deserti.
Cara amore sai benissimo che quello abbiamo espresso è condiviso anche dai nostri genitori, che ci hanno tanto amato, gioito e sofferto insieme a noi. Siamo certi che Marco ed Antonello, che hanno vissuto con te felicità e tristezze, condividono i nostri pensieri. Siamo sicuri che mancherai ai tuoi nipotini Luca, Gaia e Sara, nonché a Marica e Cristina, con cui vi siete amati immensamente, le quali vi siete sempre considerate sorelle. Giancarlo, tuo fratello acquisito, in vita ha sempre espresso quanto da noi suddetto. Non ci sono dubbi d’interpretare il pensiero di papà Guido, di mamma Marianna, di Salvatore, Giovanna e Guido ed Andrea. Ciao Nicla sarai sempre presente tra noi nella nostra mente e nei nostri cuori. Sei stato un angelo sulla terra sei un angelo in cielo.
Ciao Ninì non ti dimenticheremo mai.
Pino e Michele
 
NICLA LOBERTO: IL FIORE DI GESÙ
La testimonianza di Nicla è un esempio luminoso di chi, affascinato dall'incontro con Cristo, decide di donare tutta se stessa per la gloria di Dio. Sin dall'adolescenza Nicla ha manifestato un particolare attaccamento a Cristo suo dolce Signore e alla sua opera: la Chiesa.
 
La Parrocchia è stata per lei la sua seconda casa ed ha manifestato una particolare cura per tutto ciò che riguardava la Chiesa, perciò non trascurava nulla ed era attenta a tutti i particolari perché la Parrocchia fosse una bella realtà dove potessero confluire i giovani che la rendessero viva con il loro entusiasmo. Sin dai primi anni della Parrocchia S. Andrea, la sua Parrocchia dopo quella di S. Maria delle Vittorie, è stata protagonista nel rendersi disponibile senza mostrarsi, non amava gli elogi, ma il nascondimento. Non tollerava i compromessi e si batteva tenacemente perché non ci fosse ipocrisia nel gruppo e soprattutto si desse priorità alla preghiera. Tanti incontri di preghiera vedevano lei in prima fila ed era un godimento vederla parlare con Gesù in intimo colloquio. Tutti la stimavano ed era per i1 gruppo giovani un punto di riferimento. Quando per motivi di lavoro ha dovuto lasciare Bari, è stata una perdita per il gruppo e per la Parrocchia. Sono continuati i contatti attraverso lettere e telefonate e quando tornava in Parrocchia era una festa. I ragazzi che lei ha seguito nella preparazione ai Sacramenti hanno avuto un ottimo ricordo di Nicla, catechista premurosa e attenta alla formazione spirituale di ogni ragazzo. II matrimonio con Antonello ha segnato la definitiva partenza da Bari e i contatti sono diventati più sporadici ma non meno intensi. Tutti gli anni, recandomi a Rimini per il Meeting la incontravo ed era un reciproco ringraziamento e una domanda a Dio che proteggesse la sua famiglia.
Quando sono cominciate le prove della malattia, dopo un iniziale smarrimento, Nicla ha espresso una serenità interiore invidiabile ed una fiducia nella Provvidenza di Dio commovente.
La malattia con il conseguente calvario che l'ha portata alla morte è stata la circostanza che Dio ha mandato per evidenziare la fede profonda di Nicla e la forza di offrire tutto per la santificazione della sua famiglia e la conversione dei peccatori.
Fino all'ultimo giorno di vita, il suo desiderio era di conformarsi a Cristo, consapevole della propria debolezza e per questo che chiedeva preghiere perché non venisse meno la fede e che tutto fosse compiuto secondo il volere del Signore. Nicla è in Paradiso accanto a Gesù, il Suo fiore profumato. Signore!
Non ti chiedo perché l'hai chiamata così presto, ma ti ringrazio perché ci hai fatto assaporare il profumo di questo tuo fiore, riflesso del Tuo profumo.
Siano rese grazie a Dio!
 
Don Tonino Posa
 
UN'AMICA DEGLI ANGELI E UN ANGELO AMICO
Preghiera di ringraziamento per il dono di Nicla Loberto
Composta a Panano (Mo) il 7 settembre 2004, giorno del funerale.
      
È stata così questi ultimi due anni di scarnificazione: più la carne ha patito, più ha rivelato l'anima sua, e più le è mancata pace più ne ha donata. Come una nuvola bianca estratta dal Sole con forza e fatica dal fango di questa terra, ora sale al cielo per farci alzare lo sguardo, in alto, dove si staglia luminosa, raggiante di Dio.
Ora ci manca qui sulla terra dove ha sofferto la vita e spremuto amore da ogni respiro, da ogni cellula, ma non mancherà di farcene piovere ancora da dove ci guarda, con gocce dolci e delicate come la sua voce.
 
È festa in cielo, già lo sapeva, per questo la chiede quaggiù, in corteo con gli angeli, in ascesa coi santi, con la palma dei martiri: martire di fede, perché l'ha testimoniata fino in fondo chiedendo la guarigione mai per se, ma sempre per la conversione degli increduli, accogliendo le croci sempre per amore di Gesù che sempre aveva sulla bocca, nel cuore e ora inciso nella carne, stampato sul volto, scritto con la vita.
Nicla, corona di Gesù, a Braccetto con Alberto Marvelli, sappiamo che non ti scorderai un istante di Antonello, di Marco, di mamma, papa di tutti i fratelli di sangue e dei fratelli d'anima e di fede.
Aiutaci a non abbassare più lo sguardo allo scoraggiamento, ma a tenerlo fisso a Dio come ci hai mostrato tu, aiutaci a non dimenticare il nostro traguardo più bello e più grande, che tu,campionessa d'amore, hai già tagliato così veloce.
Con tè lassù, per noi oggi e sempre il cielo è più vicino alla terra, perché un angelo ha vissuto con noi e ci ha mostrato che la via della croce è la stessa via della gloria.
 
"Vi è in me, vi è sempre stata e vive in me con ogni mio respiro,
la fede in un'attività cui siamo stati chiamati:
impregnare di dolore la polvere, darle un'anima"
 
Nelly Sachs, poetessa ebraica
 
Don Alessandro Zavattini
 
NICLA, GENEROSA LUCE DI DIO
CIAO NICLA!
Mi è stato chiesto di raccontare la nostra storia, quello che ci ha unito, quello che abbiamo vissuto insieme.
Io non ricordo con esattezza il nostro primo incontro: chissà se a te è rimasto impresso!
Avevamo più o meno vent’anni, una storia sentimentale ciascuna piuttosto particolare, una bella semplicità (che quando ci ripenso mi faccio una gran tenerezza), una grande voglia dentro di capire cosa Gesù volesse dalla nostra vita e una gioia autentica per la preghiera. Tu però avevi insito nel tuo carattere qualcosa che mi piaceva molto: la determinazione; veniva fuori sempre, in qualsiasi circostanza e c’era dentro di te una connaturale predisposizione a calarsi nella sofferenza dell’altro, a sentire il dolore dell’altro a COMPATIRE.
Quante volte Don Tonino, durante le catechesi, ci ha spiegato questo verbo. Ti ricordi?
Soffrire con, soffrire insieme. Siamo state delle ragazze fortunate, oggi possiamo dirlo a gran voce, DIO ci ha offerto delle possibilità meravigliose per incontrarlo e tu non hai risparmiato nulla per ricambiarlo. Mentre scrivo, vorrei fermare nella mia mente qualche ricordo in particolare ma non ci riesco, c’è una folla di pensieri che sembra bisticcino fra di loro per essere menzionati. Spesso ci siamo confidate le paure e le insicurezze che, ragazze della nostra età, potevano avere e sempre nelle tue risposte la preoccupazione della volontà di DIO. Oggi, dopo vent’anni, ripenso e capisco che probabilmente alcune delle tue confidenze non ero pronta a comprenderle. S. Andrea, Monte Sannace, Taizè, le Missionarie della Carità, luoghi di preghiera, ci siamo divertite tanto, abbiamo lavorato tanto insieme e spesso abbiamo sperimentato una gioia semplice. Ti ricordi quando Umberto tornò da Taizè?, come suo solito, doveva sconcertare e smuovere le acque, ci raccontò di un posto dove si entrava scalzi in chiesa insieme a tanti altri giovani e si pregava seduti in terra con canti semplicissimi e ripetitivi. Per molti adulti di allora fu quasi uno scandalo:ci bollarono di esibizionisti, esaltati; insieme provammo a vivere quella nuova spiritualità, e alla fine convincemmo anche il nostro parroco, restio all’inizio almeno quanto gli altri. Da persona aperta e ragionevole, quale era e quale è, ci accompagnò all’incontro europeo, organizzato dalla comunità di Taizè, che per quell’anno si teneva a Roma e lì, anche lui, si convinse che i »suoi ragazzi» non erano degli esibizionisti, ma anime più o meno semplici con una grande sete di DIO e di autenticità. E che dire della nostra voglia di fondare una comunità di famiglie? Mentre fanno e facevano notizia (solo per interesse di qualcuno) i giovani delle discoteche, noi spesso sfioravamo con la mente il desiderio di metterci tutti insieme e fondare una comunità di famiglie.
Ma ti ricordi i progetti?
Rammenti quando Umberto, raccogliendo le proposte di noi tutti, diceva: »Allora se vogliamo veramente fare una cosa del genere ci dobbiamo pensare adesso, prima di sposarci, di avere dei figli, mettiamo insieme le nostre risorse economiche e …».
E tu con entusiasmo rispondevi: »Dai Umberto, io ci sto!».
Ricordi quando anche i primi anni dopo il matrimonio quest’idea continuò a serpeggiare tra di noi?
Lo SPIRITO soffiava mentre le nostre vite cominciavano a prendere strade diverse. All’epoca mi occupavo, più o meno indegnamente, della mensa dei poveri presso la casa delle Missionarie della Carità. Le suore di Madre Teresa svolgevano nella nostra città un lavoro piuttosto intenso: la mensa per i poveri, il doposcuola per i ragazzi delle famiglie disagiate, il sostentamento delle stesse mediante la distribuzione di viveri e vestiario, la colonia estiva per i bambini (che nessuno si sarebbe sognato di portare in vacanza). Tante volte ci siamo recate insieme da loro, tante volte abbiamo fatto la spesa e con la preoccupazione, di far quadrare i conti, di cucinare e servire qualcosa di gradito e appropriato. Ti ricordo come fosse ora, sfrecciare con la tua cinquecento per passare a prendere le suore e accompagnarle dove c’era maggiore necessità o fermarti, dopo il servizio, per aspettare la signora anziana che, dopo la mensa, o non aveva più l’autobus per tornare a casa o perché era brutto tempo. Come dimenticare la tua disponibilità per la colonia estiva dove c’era bisogno di molta più pazienza visto che i bambini spesso si mostravano atteggiamenti spavaldi e talvolta violenti che nascondevano dietro i loro volti indisponenti miserie grandi.
Ma chi erano questi poveri? Per rispetto alla verità e per comprendere meglio il lavoro svolto dalle suore e da chi si offriva di aiutarle, bisognerebbe fare qualche precisazione. Bari era ed è una città abbastanza estesa e popolosa con numerose problematiche relative alla occupazione e alla delinquenza minorile, una città con quartieri spesso definiti «ghetto» cioè dove, per scelte politiche sbagliate o poco oculate, si è concentrato la maggior parte delle famiglie con redditi bassi e numerosi problemi. E in questi ambienti, dove regna la miseria intesa non solo in senso economico, sorgono i servizi di volontariato realizzato principalmente da suore e da noi laici che cercavano di essere, nella nostra semplicità, una presenza di conforto con iniziative pratiche che rispondevano alle necessità più elementari. Ecco chi erano i loro poveri: anziani spesso alcolisti rifiutati dalle famiglie, giovani donne e uomini completamente svuotati della loro dignità, ragazzi scappati di casa, ragazzi dediti alla micro criminalità, stranieri in cerca di accoglienza.
Tra questa gente in questo servizio tante volte ho visto venir fuori la tua »dolce determinazione». Ora sono sicura che non era solo frutto di una predisposizione connaturale, ma di una LUCE che in te risplendeva già forte e ti dava quella FORZA propria di chi ascolta e vive una PRESENZA.
Le circostanze della vita hanno voluto che anch’io e Umberto con il matrimonio ci spostassimo a Nord e così abbiamo avuto la possibilità oltre di sentirci anche di vederci. Tornati a Bari, con il tuo matrimonio e l’arrivo dei primi cuccioli è diventato sempre più raro vedersi ma la nostra storia si era nutrita di qualcosa di talmente grande che né il tempo, né lo spazio o le vicissitudini della vita avrebbero potuto cancellare. L’ultima volta che ti ho incontrata, inchiodata nel letto di un ospedale, non ho saputo dirti molto, ero come paralizzata dentro. La tua mansuetudine faceva da balsamo alla mia impotenza. Tornata a casa ho capito che la mia risposta non poteva essere la rassegnazione, avrei tradito la nostra amicizia, la nostra SPERANZA. La nostra amicizia poteva continuare se io avessi ascoltato il tuo doloroso ed eloquente silenzio che mi sussurrava: «Continua ad amare Gesù in ciò che ti chiede con forza, con coraggio, con gioia». Se non credessi fermamente in tutto questo, nulla avrebbe senso, il passato, il presente, il futuro e vano sarebbe stato il nostro incontro, vana ogni nostra gioia, ogni nostra lacrima e ogni goccia di pianto versata su questa terra. GRAZIE Nicla per il tuo coraggioso SÌ.
C’è un bel ricordo che io conservo nel mio cuore e nella mia mente, che considero una sorta di tuo testamento spirituale. Avevi già affrontato il primo intervento e ti eri sottoposta a quello sfinente ciclo di chemioterapia quando, un pomeriggio, per telefono ci soffermammo sul tuo Ministero. Mentre mi raccontavi di quanto fossi felice di poter portare Gesù ai tuoi vecchietti, io ti confidai di aver sentito più di una volta il desiderio di poter vivere anch’io tale Ministero; ma ti confessai che col desiderio c’erano anche tante paure e insicurezze che mi facevano desistere.
La tua risposta fu chiara e serena:
«VERA, non pensare a te, pensa alla gioia di coloro che ti aspettano perché aspettano Gesù».
«Tante volte non ci rendiamo conto o forse facciamo fatica ad accettare l’idea di essere solo degli strumenti lasciando che le nostre elucubrazioni mentali tarpino le ali alla bellezza del Suo Spirito».
In te era chiaro: prima Gesù, dopo i nostri limiti.
Quando sei partita da Bari, certa che quella fosse la cosa più giusta da fare, la nostra amicizia ha continuato a vivere e a nutrirsi alla stessa fonte.


Mi piace salutarti con una preghiera di Don Tonino Bello
che credo ti si addica molto:
 
«Santa Maria donna obbediente,
tu che hai avuto la grazia
di camminare al cospetto di Dio
fa che anche noi, come te,
possiamo essere capaci di cercare il Suo volto.
Aiutaci a capire che solo
nella Sua volontà possiamo trovare la pace.
E anche quando Egli ci provoca
a saltare nel buio per poterlo raggiungere,
liberaci dalle vertigini del vuoto
e donaci la certezza
che chi obbedisce al Signore
non si schianta al suolo,
come in un pericoloso spettacolo senza rete
ma cade sempre nelle Sue braccia».
 
Vera
 
MEDICO DEI CUORI
L’amicizia con Nicla è iniziata nella situazione più difficile e dolorosa: l’inizio della sua malattia. Per un medico non è mai semplice comunicare ad un paziente che il «tumore è comparso». Con Nicla, probabilmente peccherò di poca professionalità, non riuscivo a trovare le parole. Ricordo che cercavo di prendere tempo muovendo la sonda ecografia senza scopo, poiché la diagnosi era ormai chiara. Non avevo il coraggio di affrontare quegli occhi limpidi che sin dall’inizio mi avevano affascinato, mi avevano toccata dentro e non riuscivo a creare barriere, quelle barriere che un medico deve necessariamente creare per poter svolgere il proprio lavoro con lucidità. In questa terribile situazione mi sentivo ancora una volta disarmata ma Lei ha risolto ogni problema. Non sono servite parole, con la stessa serenità di sempre, non posso dire con il sorriso sulle labbra, ma con la sua espressione dolce mi ha detto: «non ti preoccupare, avevo capito tutto». Dovevo essere io e non Lei a dirlo. Anche di fronte alla reazione emotiva del marito, presente alla visita, comprensibilmente disperato, Nicla ha saputo trovare parole di conforto. Si erano completamente invertite le situazioni; una donna con il tumore avanzato che consolava il marito ed il medico. Da allora il rapporto è stato sempre così, mi ha sempre trasmesso forza e coraggio quando dovevo essere io a trasmetterla. Ogni volta che con la pena nel cuore dovevo comunicarle che il trattamento medico era fallito e che doveva iniziarne uno nuovo, più doloroso non si è mai sottratta e soprattutto non ha mai perso la fiducia in Dio. Era convinta che il Signore voleva questo, che era il suo disegno, e che l’avrebbe aiutata a sopportare tutto. Non aveva paura della sofferenza fisica, viveva in modo eroico il suo stato di malessere, il grande dolore per lei era stare lontano dal «suo fidanzatino» così chiamava il suo figlio Marco. Anche quando si è sottoposta a terapie veramente dilanianti, le sue parole erano sempre rivolte a me, voglio dire che si preoccupava solo di come stavo io. Ancora una volta i rapporti si erano invertiti, era divenuta il «medico del mio cuore». Non so dove trovava la forza, l’amore la fiducia, il sorriso, la speranza, davvero non lo so. Posso dire che IN LEI C’ERA QUALCOSA DI MISTICO. Nella mia professione, con tanta sofferenza e martirio, non ho mai incontrato una persona così.
Lea
 
TESTIMONIANZA VIVENTE DI SANTITÁ E STRUMENTO DI PREGHIERA
La prima volta che ho sentito parlare di lei è stato circa due anni fa, quando la Lella, mia moglie, mi ha comunicato che nelle intercessioni della S. Messa quotidiana, fra le altre, dovevamo inserire la guarigione di Nicla, giovane donna e madre minata da un male incurabile. In questo modo, giorno dopo giorno, Nicla è diventata una persona familiare, anche se non l’avevo mai vista personalmente e non mi ero quindi mai fermato a parlare con lei.
Avevo sue notizie, tramite le informazioni che mi dava mia moglie che con Nicla aveva un contatto telefonico via s.m.s..
Le preghiere si sono intensificate quando Nicla si è ricoverata a Pavia per un altro intervento e, in seguito, per una cura sperimentale. Ancora informazioni dirette, via s.m.s., oppure tramite don Alessandro, e richieste di preghiere ancora più pressanti oltre l’Eucaristia quotidiana.
È stato un altro momento particolare della mia vita in quanto le richieste di preghiere si moltiplicavano per altre persone: Marina, Arianna, Jasmine, ecc. e così tutto ciò mi ha permesso di restare sempre più con il Signore, iniziando con animo inquieto e finendo l’incontro con Gesù con animo rasserenato, pieno di fiducia, ma pur sempre con una frase che aleggiava:»sia fatta la tua volontà». Così passavano i giorni quando in parrocchia si è programmato un rosario per Nicla, lei era presente e quel pomeriggio per la prima volta, abbiamo recitato il Rosario insieme ed ho scambiato alla fine due parole con lei in quanto Lella, mia moglie, le era vicino ed io subito nelle panche davanti. Non sapevo come rompere il ghiaccio e cosa dire, anche perché di carattere sono timido e di fronte a certi aspetti della vita, secondo me, molte parole risuonano formali e vuote. Preferisco il silenzio. Mi ricordo però che quel silenzio mi era molto pesante, avevo il cuore pieno, gonfio, ho girato lo sguardo e il corpo verso la panca che era dietro e incontrando il suo sguardo, il suo sorriso, un sorriso sofferente, questo cuore è stato capace di dire solo:
« Nicla sono con te nella preghiera quotidiana e ringrazio il Signore che mi ha fatto incontrare te. Lei mi ha risposto come sempre (questo l’ho scoperto dopo), con il sorriso: «Sono io che devo ringraziare te».
Molto probabilmente avevamo ragione tutti e due, lei ha conosciuto un amico che non conosceva e pregava per lei, ma io ho ottenuto molto di più, una nuova amica che mi ha fatto avvicinare e dialogare ancora di più con il Signore e questo è il succo di quella mia frase: avevamo tutti e due al centro Gesù ma lo strumento che ha avvicinato me ad un dialogo più pressante quotidiano con Gesù è stata certamente la malattia di Nicla. Sono passati i giorni, i mesi e di nuovo una tegola ancora più grande; al ritorno di Nicla da Pavia, Antonello, suo marito, perde i sensi, è in coma e allora si continua a pregare più intensamente, si chiede un miracolo perché «Sia fatta la tua volontà» è un po’ pesante da accettare, la croce quotidiana è insopportabile, e viene il pensiero: «Ma è giusto tutto ciò?»
In questo lungo periodo di preghiera mi sono chiesto se sapevo pregare perché le mie preghiere e quelle di molte altre persone sembravano non avere ascolto. Tutto ciò mi faceva pensare se io ero poi così tanto vicino al Signore, pur pregando quotidianamente e con l’accostamento all’Eucaristia, dato che venticinque anni fa le preghiere di altre persone mi hanno permesso di continuare a vivere; si, lo si può dire, sono un «miracolato». I pensieri di sfiducia durano però pochi giorni, infatti giunge la notizia che Antonello si è rimesso; quindi si continua con preghiere di ringraziamento e di intercessione per Nicla. Il tempo scorre inesorabile e si giunge a questa estate con Nicla che è ricoverata all’ospedale di Rimini. Continuo a stare vicino a Nicla con la preghiera ma non sono riuscito in tutto questo periodo ad andare a trovarla; non ero un amico di famiglia, mi sentivo inadatto e anche povero spiritualmente per sostenere una persona così ammalata e che stava vivendo un calvario umanamente insopportabile, ma il desiderio di andarla trovare era grande e un giorno, al ritorno da un periodo trascorso in Albania, ho chiesto a don Alessandro di poterlo accompagnare a far visita a Nicla e così ho rotto il ghiaccio. Da quel giorno sono andato a trovare Nicla tutti i giorni con la Lella oppure da solo ma sempre anche in nome di mia moglie dato che in quel periodo era più impegnata con il lavoro di me. Le volte che arrivavo ed era assopita quando si svegliava e mi vedeva iniziava il saluto con «Scusami», accompagnato dal sorriso e la mia risposta era solo: «non ti devi scusare, sentiti libera di non sforzarti per stare con me, riposa pure, io comunque rimango a farti compagnia». C’erano sempre delle persone, parenti e conoscenti, a trovare Nicla, così si è instaurato un dialogo con i parenti sui timori, sulla fede, sulle aspettative, e Nicla interveniva con serenità parlando di Gesù come l’AMICO, colui che non ti tradisce, non ti lascia, non ti delude. Io che ero preoccupato su cosa e come dire quello che pensavo mi sono trovato in perfetta sintonia di dialogo con Nicla dicendo che io mi aspettavo un miracolo, perché non riuscivo ancora a capire per quale motivo una persona dovesse continuare a soffrire così duramente se non per un epilogo positivo. L’ultima settimana ho passato i giorni migliori con Nicla perché andavo a trovarla in un’ora più calma, verso le15:30, e questo mi ha permesso di rimanere da solo con lei per un lungo periodo di tempo in quanto la mamma andava a messa alle 16:30 nella cappella dell’ospedale e soli insieme in camera abbiamo cominciato a parlare: mi ricordo le domande, le risposte, i gesti che in questi giorni mi hanno riempito il cuore:
Nicla: «Guido hai visto il film sulla Passione di Gesù?»
- No, non sono voluto andare a vederlo perché non mi avrebbe lasciato sereno, scene molto cruente e mi avrebbero fatto pensare e riflettere che dietro a quelle ferite ci sono anch’io, c’è il mio operato.
Nicla: «Sai io l’ho visto e ieri quando mi hanno fatto l’esame e mi hanno infilato la sonda verso il cuore per cinque o sei volte mi sono venute in mente le spine della corona di Gesù, ho pensato al suo dolore; io in certi momenti tengo la mano così (aperta, con il palmo verso l’alto) in modo che nei momenti di difficoltà Gesù me la tiene ed io sono serena, altrimenti mi prenderebbe l’ansia, l’affanno e avrei problemi di respirazione».
Il giorno seguente mi sono messo di fianco al suo letto,a sedere sulla sedia, ed essendo Nicla stanca e prostrata le ho preso la mano destra, quella senza gli aghi per le flebo, ed ho cominciato ad accarezzarla, dolcemente, ripetutamente, c’era silenzio, un dolce silenzio, avevo una sensazione di serenità ma il cuore era pieno, gonfio, avevo gli occhi umidi e pregando in silenzio continuavo ad accarezzare ritmicamente la mano di Nicla.
Ad un certo punto dopo molti minuti, essa ha socchiuso gli occhi e con voce sottile mi ha detto: »Sai, mi fa molto piacere essere accarezzata»; molto probabilmente le ricordava quelle dei giorni precedenti del fratello, ed ho fatto molta fatica a controllarmi perché il groppo al cuore si è fatto enormemente più grosso, da togliere il respiro.
Io: «Riposa pure, se ti fa piacere continuo, mentre continuo a pregare. Sai siamo in molti a pregare per te e vedrai che, io ci spero, Gesù sceglierà per il meglio».
Nicla: «Sai cosa ha detto una volta don Salvatore? Che le anime lassù possono fare molto per gli altri qui, ma per se stesse non possono fare niente, hanno bisogno di S. Messe».
Io: «Ti chiedo un dono, io continuo a pregare per te, tu nelle tue preghiere occupa un piccolissimo spazio anche per me ed io continuerò a farlo sempre per te». Sai che cosa in questo momento mi è chiaro? Siamo fratelli in Cristo!
Non l’ho mai avuto chiaro, pensavo fossero solo delle parole, parole abusate dai cattolici e solo ora, per la prima volta provo questa sensazione, questo sentimento mentre sono con te, ti accarezzo, condivido le tue sofferenze e mi sento tuo fratello». Lei accenna un sorriso, dolce, (mi viene da piangere, abbasso lo sguardo, per non farmi vedere perché sono al limite). Il giorno dopo siamo ancora insieme, soli: si parla di preghiera, di Gesù ed io confesso che non smetto un attimo nella speranza, in un miracolo, perché sono molto legato al passo del vangelo sulla Provvidenza, passo che ha toccato da vicino me e la mia famiglia e Nicla dopo un po’ di silenzio:
-«Sai di Antonello, della sua malattia?»
- Si, Nicla, l’abbiamo saputo e abbiamo pregato tanto.
- «Ho chiesto in quei momenti a Gesù la sua guarigione, gli ho chiesto di prendere me; ho pregato tanto Gesù». In quel momento è come se mi fossero venute meno le forze interiori, mi è venuto da pensare: Io credo in un miracolo, prego per esso ma il miracolo è già stato fatto e mi sono venuti fuori i miei pensieri di timore, perché Gesù ti prende sempre sul serio, amandoti, ti esaudisce sempre ma è molto esigente. Io faccio molta fatica in questo aspetto, a donarmi totalmente e ad avere fiducia ma Nicla quel giorno mi è stata maestra.
Sempre serena, (nella sofferenza è fatica essere sereni, per lei no) con il suo Gesù.
Il giorno dopo:
- «Guido, mi hanno detto che devo decidere io, se fare la terapia per bocca oppure continuare per endovena: devo decidere oggi!»
In quei momenti cosa rispondi?
-« Nicla tu hai un amico che non delude, è il migliore che una persona possa avere, parlane con Lui e poi la decisione viene da se».
Entra una ragazza giovane, in divisa da infermiera, penso sia di un altro reparto, è venuta a trovarla, anche a lei Nicla dice della terapia e questa ragazza, amica, con gli occhi arrossati e commossa risponde che è una decisione che deve prendere solo lei.
Allora chiedo, rivolto alla ragazza per rompere il disagio che sta riempiendo la stanza, perché deve cambiare il modo di assumere i medicinali non più per flebo ma per bocca?
Risposta: «Perché le vene sono molto fragili, c’è pericolo di una rottura e la terapia per bocca è un po’ più blanda ma la reazione del fisico debilitato non si conosce».
Nicla: «Si, devo proprio decidere, ho ancora tempo!».
La ragazza dopo un pò saluta e Nicla mi dice una volta rimasti soli: - «Sai, ho già deciso, domani cambio terapia, sono stanca, Gesù è con me, sono tranquilla».
Queste cose me le ha dette con grande serenità, con un filo di voce e il mio cuore ha cominciato di nuovo a ingrossarsi perché la sensazione è che sia lei che io sapevamo che dal giorno seguente le cose sarebbero potute cambiare. Ho continuato ad andare a trovare Nicla anche i giorni a seguire, venerdì e sabato, solo un saluto e una benedizione per la sua stanchezza e la presenza dei familiari. Ho toccato con mano l’amore che una persona ha per Gesù e anche l’amore di Gesù che ha per noi e questo periodo è stato di una intensità unica.
In cinquanta anni non avevo mai provato delle sensazioni così grandi, che non si possono spiegare con le parole ma hanno riempito il cuore, mi hanno avvicinato a Gesù in maniera ancora più forte e posso concludere dicendo che se venticinque anni fa dopo la mia malattia, e la guarigione, il Prof. LABO’ mi ha detto che lui non aveva fatto niente di più per me che per altri pazienti ma io avevo avuto molti Santi lassù che hanno pregato per me, dal 5 settembre ho una certezza che ne ho acquistato uno di più e posso senz’altro dire:
« Ti ringrazio Signore per avermi fatto incontrare Nicla.»
Guido
 
MAESTRA DI FEDE
Mi chiamo Raffaella e sono una amica d’infanzia di Nicla Loberto.
L’ho conosciuta quando entrambe avevamo 8 anni, abitavamo nello stesso complesso residenziale, dove abbiamo trascorso la nostra infanzia e parte della nostra giovinezza. Abbiamo frequentato le scuole magistrali insieme, abbiamo condiviso tanto tempo insieme, tante gioie, tante ansie, tanti bellissimi momenti….
Era la mia «amica del cuore». Mi aveva trasmesso la sua passione per il cantante Renato Zero, trascorrevamo i pomeriggi ad ascoltare musica, a chiacchierare e quando ognuna ritornava a casa, continuavamo i contatti scrivendoci delle lettere. Lei sapeva tutto di me, io sapevo tutto di lei. Tutto è continuato fino a quando lei ha cominciato a lavorare fuori Bari, dopo i vent’anni. La lontananza ha cambiato un po’ il modo di vivere la nostra amicizia, ma certamente non il nostro affetto. Lei è sempre stata presente nei momenti più belli e importanti della mia vita.
È grazie a lei che mi sono riavvicinata alla vita di parrocchia che avevo abbandonato dopo la prima comunione. Lei mi ha insegnato a recitare il S. Rosario;
Si da piccole insieme abbiamo sempre pregato, ogni momento era buono, spronava tutti gli amici.
Nella S. Messa domenicale lei suonava l’organo ed io cantavo con lei per animare le celebrazioni liturgiche.
Congiuntamente siamo diventate membri dell’Apostolato della Preghiera. Insieme abbiamo condiviso l’esperienza spirituale presso i frati della comunità di Taizè, nel sud della Francia. Mi è stata accanto quando l’uomo che poi ho sposato, muoveva i primi passi nel tentativo di avvicinarmi ed è stata delle mia testimone di nozze. Ha condiviso con me la nascita della mia prima figlia, partecipando con tanto amore e con le sue premure. Abbiamo potuto frequentarci ancora un pò quando lei viveva a Biella, prima e dopo il suo matrimonio. A seguito il trasferimento a Rimini per causa di forza maggiore i nostri incontri si sono diradati, ma non i contatti telefonici i quali erano sempre frequenti condividendo anche le ricorrenze importanti della nostra vita. Quando poi si è ammalata e i suoi ricoveri all’ospedale «Maugeri» di Pavia si sono susseguiti, i nostri incontri si sono fatti nuovamente più intensi, abitando io a pochi km da Pavia. I miei ricordi di tutto quello che abbiamo vissuto insieme sono bellissimi, perché Nicla era buona, cara, premurosa, non offendeva mai, sensibile e sempre disponibile, pronta a dare una parola di conforto a tutti e predisposta a testimoniare con tutti la parola di Dio. Ma questi due ultimi anni della sua vita mi ha insegnato tanto.
Per lei e grazie a lei, ho ripreso in mano la corona del Rosario e per lei continuo ad usarla come faceva lei.
Ha combattuto la malattia con tutte le sue forze, ce l’ha messa tutta perché voleva vivere per crescere il suo bambino e per il suo Gesù. Voleva dedicare gli anni a venire della sua vita agli altri, portando loro il Cristo che tanto amava. Confidava sempre nella fede della quale è stata testimone altissima e diceva: «Sia fatta la Sua volontà». Pur nella immensa sofferenza, non ha MAI abbandonato la speranza e l’amore per Cristo Gesù. Lui era il suo sostegno, la sua fonte, il suo coraggio, coraggio che infondeva a tutti i malati dei reparti ed a coloro che gli erano vicini.
E mentre la mia fede traballava davanti al suo dolore, la sua si rafforzava ed era d’esempio per noi.
In uno dei nostri ultimi incontri,mi aveva detto:
«Non posso lasciarmi andare alla disperazione… se penso che non c’è più niente da fare, se penso al bambino… e allora chiedo a Gesù di pensarci, mi affido a Lui…».
Ha accettato tutto per Lui, per fare la sua volontà, per non deluderLo.
Lui era il primo dei suoi pensieri, si era annientata per Lui.
Questa era Nicla: dolce, affettuosa, con un pensiero positivo e buono per tutti. Quando andavo a trovarla in ospedale, dopo una delle tante notti di dolore, invece di preoccuparsi per se stessa, si preoccupava di sua madre che aveva trascorso la notte in bianco insieme a lei. Era grande Nicla! E mi manca da morire.
Sono certa che veglia su tutti noi e che continuerà a vivere dentro di noi e ringrazio lei, don Pasquale, per quello che sta facendo, perché la vita di Nicla continui a significare tanto per tutti, perché continui a insegnarci ad amare, perché sia di esempio per tanti….. Dio la benedica!
Raffaella
 
Un giorno della mia lunga malattia in ospedale, ero triste e sconfortata e Nicla mi lesse questo brano.
 
MESSAGGIO DI TENEREZZA
                                                                             
Ho sognato che camminavo
in riva al mare con il Signore
e rivedevo sullo schermo del cielo                                                     
tutti i giorni della mia vita passata.                                                             
E per ogni giorno trascorso                                                                           
apparivano sulla sabbia due orme:                                                   
le mie e quelle del Signore.                                                                      
Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma,                                    
proprio nei giorni                                                                                                        
più difficili della mia vita.                                                              
Allora ho detto: "Signore                                                                                         
io ho scelto di vivere con tè                                                                      
e tu mi avevi promesso                                                                                                                        
che saresti stato sempre con me.
Perché mi hai lasciato solo                                                      
proprio nei momenti più difficili?"                                                                                             
E lui mi ha risposto:                                                                            
"Figlio, tu lo sai che io ti amo                                                                                     
e non ti ho abbandonato mai:
i giorni nei quali                                                                              
c'è soltanto un'orma sulla sabbia                                  
sono proprio quelli
in cui ti ho portato in braccio".       
 
29.07.2004
 
Tanti auguri di buon compleanno, mia carissima amica! Ti penso sempre con amore e dolcezza. Ricordo tante cose che ci siamo dette, i tanti sguardi…, anche se siamo stanche e il nostro cuore affaticato, come mi hai sempre detto, dobbiamo continuare a credere che il Signore ci porta tra le sue braccia e non ci lascerà cadere mai!!! Ti voglio bene! Nicla.
Annapia
 
ESEMPIO DI CRISTIANITÁ
COMMEMORAZIONE DELLA MORTE IN S. ANTONIO IN MELFI (16-09-04)
 
Ho sentito prepotente il desiderio di queste poche righe, perché chi come me, ha potuto essere partecipe di una grande gioia, deve dare agli altri la possibilità di condividerla. Oggi avrebbe dovuto essere con noi il Padre Spirituale di Nicla, Don Pasquale Campobasso, che, meglio di chiunque altro ci avrebbe fatto capire perché oggi siamo qui riuniti nella gioia e non nel dolore. Io mi sento indegna e al contempo felice di poter dire a tutti che Nicla è finalmente felice nell’alto dei cieli perché la sua anima ha raggiunto l’obiettivo più grande cui potesse aspirare: essere al cospetto di GESÙ, SUO GRANDISSIMO AMORE. Infatti, nonostante la spietata malattia le avesse segnato gli ultimi giorni in una corsa inesorabile verso la fine, Nicla non si è mai lamentata per gli atroci dolori che la dilaniavano, ma ci ha confidato di aver solo due rimpianti: non avere più tempo quaggiù di fare qualcosa per Gesù e non poter seguire il suo bambino nel cammino difficile della sua giovane età. Con gli occhi spalancati sull’immagine del Cristo, chiedeva solamente al Signore di darle la possibilità di continuare a fare quello che naturalmente le veniva spontaneo: aiutare chi era meno fortunato, portare l’Eucaristia agli ammalati e vivere, giorno dopo giorno, secondo gli insegnamenti cristiani.
Nicla ci ha lasciato il ricordo del suo dolce viso con il quale riusciva a disarmare chiunque. La sua fede totale nel Signore, la sua cristianità vissuta pienamente hanno aperto dinanzi ai miei occhi una verità: è vero che il Signore continua a mandarci gli angeli sulla terra per mostrarci quanto ci vuole bene. E noi dobbiamo essere felici perché ci ha dato Nicla. Chiedo a tutti voi di unirci nella preghiera perché Nicla interceda per noi presso il Signore Nostro Dio che ci aiuti a seguire il suo esempio.Rimarrai sempre nei nostri cuori
Un bacio da noi tutti. Ciao Ninì.
Giovanna
 
ANGELO DI FEDE
…Nicla è un angelo, lo era sulla terra e lo ha dimostrato vivendo costantemente con fede e coraggio sia nella vita quotidiana sia in malattia, sono certa che saprà rendersi utile anche in cielo.
Sarà lei che aiuterà il suo bambino e tutta la famiglia a sopravvivere a questo immenso dolore.
Vi abbraccio tutti ricordandovi con affetto, ci sentiremo vicini nella preghiera.                                 
Angela
 
TESTIMONE DI SANTITÁ
Conosco Nicla da oltre 10 anni, è sempre stata una donna che ha insegnato tante cose. Era mite, dolce, smisuratamente disponibile con tutti in ogni momento, conciliava sempre con una parola di pace ove c’era conflittualità. Pregava ed insegnava a pregare. Era una santa su questa terra, difficile da imitare, per la sua rettitudine, amorevolezza e serio impegno per la società ed i bisognosi, nonché sapeva testimoniare naturalmente la «santità».
Giuseppe
 
FARO DI LUCE
…Il mio cuore trabocca di sentimenti, emozioni, affetto….. che non so esprimere! Ringrazio e lodo per la testimonianza di santità che il Signore ci ha voluto e ci vuole dare attraverso la nostra amica Nicla, LA SPOSA BELLISSIMA DELL’AGNELLO pronta per le nozze eterne. Penso con gioia, pur nel dolore del distacco, a tutto il bene che ha seminato e continua a seminare, nella chiesa, nella comunità, nel mondo attraverso gli atti di adozione a distanza.
La sentiamo più che mai viva in mezzo a noi come Angelo Tutelare che veglia su ciascuno dei suoi cari, sulla nostra comunità. E’ un FARO di LUCE che brilla per rischiarare le tenebre del mondo. Sono »felice» perché è la mia migliore amica, ora e per sempre.
Giuseppina
 
SE MI AMI NON PIANGERE
Innanzi a Nicla, in un momento di tristezza per quanto accadutogli mi lesse.
 
SE MI AMI NON PIANGERE
Se conoscessi il mistero
immenso del Cielo dove ora vivo,
questi orizzonti senza fine,
questa luce che tutto investe e penetra,
non piangeresti se mi ami!
Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio
nella sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo
sono così piccole al confronto!
Mi è rimasto l'amore di tè,
una tenerezza dilatata
che tu neppure immagini.
Vivo in una gioia purissima.
Nelle angustie del tempo
pensa a questa casa ove un giorno
saremo riuniti oltre la morte,
dissetati alla fonte inestinguibile
della gioia e dell'amore infinito.
Non piangere
se veramente mi ami
G. Perico
 
AMORE IMMENSO VERSO GESÙ
Quando sentiva i miei passi avvicinarsi verso la sua stanzetta, mi veniva incontro sorridendo, con quello sguardo angelico, cosi tenero da raddolcire gli animi di chi la circondava. E quando le offrivo la solita chewing-gum mi ringraziava dolcemente perché, nella sua semplicità, le cose piccole le apprezzava tanto da farle apparire grandi. Erano gli anni settanta, ho trascorso circa un mese con Nicla, ospite dei suoi genitori, per assistere, a Bari, mio fratello ricoverato in ospedale, rientrare da quel luogo dove si alternano, fra le vicende umane sofferenze e speranze ed il conforto diventa sostegno essenziale per la vita, incontrare Nicla era la cosa più bella che potesse capitarmi in quelle circostanze. Sì, perché Nicla era la ragazza dolce e semplice, garbata nei suoi modi, generosa verso gli altri, con una enorme carica di simpatia, ma soprattutto di fede, era lei a consolarmi attraverso la citazione della Parola di Dio. Sin da piccola possedeva un fascino straordinario per la sua fede per la dedizione alla madonna e per la costante preghiera, atteggiamento inusuale per una ragazzina. Le sue parole scaturite da una immensa gioia di vivere, il suo affetto verso gli altri, la sua capacità di alleviare, con la sua presenza e le parole di fede i dispiaceri altrui, davano segni, già da allora, di una forte predisposizione verso una vita che, poi con gli anni, doveva diventare il motivo principale della sua breve esistenza. Ho incontrato Nicla l'ultima volta a Melfi, in un momento di gioia un matrimonio. Sapevo del suo male, mi aspettavo di rivederla turbata, sofferente per la sua consapevole malattia, per gli interventi subiti, segnata dal male, avvilita. Mi sbagliavo, la rividi come sempre gaia, sorridente, serena,con lo stesso entusiasmo di quanto era bimba ed adolescente, con la stessa voglia di stare in mezzo agli altri, non far pesare il suo status e spronare ad una vita come il Signore ci aveva insegnato. A sera, apprestandoci a lasciare la sala, dopo una giornata trascorsa in allegria, si giunse ai consueti saluti con baci ed abbracci; abbracci da parte nostra erano celati da una nota di tristezza perché ...potevano essere gli ultimi. E... forse, anche lei fugacemente lo pesava, ma non si disperava perché il suo amore verso il Signore era così immenso da farle dimenticare le inevitabili sofferenze terrene.
Emilia
 
RIFLESSO DELL’AMORE DI DIO-PADRE
…«Voi siete la luce del mondo: non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa».
 
Tu sei stata riflesso dell’Amore di Dio-Padre in tutti gli ambienti in cui ti sei trovata a vivere.
Sii lodato Signore per questa stella luminosa che ci hai posto accanto e che ci ha insegnato a lodarTi e ringraziarTi per il dono della vita, anche nei momenti in cui (quest’ ultimo era pieno di dolore ) vivere era portare una croce pesante.
 Noi ti ringraziamo ….
 
Cara Nicla, io ti ringrazio per la vicinanza straordinaria al di sopra di ogni cosa che c’è stata tra me e te negli ultimi mesi della tua vita. È strano il destino, due anni fa mi avvicinasti all’entrata della scuola dei nostri figli e cominciasti a parlare della tua malattia e di come la stavi affrontando.
Io ti ascoltavo ed impietrita e dicevo tra me, ma come farà???
Un anno dopo quell’incontro anche a me diagnosticarono un tumore al seno, la prima cosa che dissi fu: «Ma perché Signore?»; sempre parlando con lui dicevo: «Io non ho la forza di Nicla, io non so se ho la sua fede io penso di non farcela. In ospedale dopo l’intervento ricevetti la tua telefonata e di lì capii che tu eri davvero una persona specialee che standomi vicina con le tue preghiere mi avresti illuminata ed incoraggiata. Ed è proprio così Nicla, io ti ringrazio di cuore, perché attraverso le tue preghiere ed esempio, sono arrivata al punto di dire:
«Grazie o mio Dio per la prova che mi hai dato, mi hai fatto capire il vero senso della vita e mi ha fatto conoscere la profondità della fede. Io mi abbandono a te, sia fatta la tua volontà».
Questo è stato per me e per te Nicla il disegno di Dio. Tu l’hai accettato profondamente sempre sorridendo, per me questa è la santità nascosta dei nostri giorni. Si cara Nicla tu ed io, mogli- madri – figlie sappiamo cosa vuol dire, quando la sera si spengono le luci, si calmano i rumori, i tuoi cari si addormentano, tutto si prepara per la notte e tu rimani lì con i tuoi pensieri a fissare il cielo e mentre ti assale l’angoscia senti una voce che ti sussurra: «Non avere paura io non ti abbandono, sto camminando con te, abbi fiducia e testimonia la Parola di Dio. Grazie o Dio, grazie o Madre Celeste per avermi fatto capire cosa vuol dire amarvi con tutto il cuore e per avermi fatto incontrare un angelo di nome Nicla, ce l’avete donata per un periodo breve, ma grazie di averlo fatto». Nicla ti penso sempre, ti t’ingrazio per i consigli che mi hai dato io ti ricordo sempre nelle mie preghiere, spero che anche t da lassù preghi per noi e ci aiuti nel cammino da percorrere per arrivare alla pace che tu stai assaporando in cielo con Gesù e la Madonna
Nicla ti voglio bene, grazie.
Monica
 
FULGIDO ESEMPIO DI TESTIMONIANZA DEI VALORICRISTIANI
Nicla è stato un fulgido esempio di testimonianza dei valori insegnati da Cristo sulla terra. Ci riuniremo con frequenza in preghiera per lei e richiederemo il suo aiuto.
Antonietta
 
ACCETTAZIONE DELLA VOLONTÁ DEL SIGNORE
Cara Nicla, prima di conoscerti personalmente l’ho fatto attraverso la tua mamma, che vedevo quasi ogni giorno nella chiesa di S. Spirito. La sua semplicità, cordialità e la forte fede che traspariva in ogni suo atteggiamento me l’hanno resa subito cara e quando, man mano che la nostra amicizia si consolidava, mi mise al corrente dei tuoi seri problemi di salute mi sono rattristata molto e da quel momento ho partecipato, con sincero slancio, alle sue preoccupazioni, condividendo attese, speranze e delusioni.
 
E proprio in questa circostanza ho capito che per lei fede e fiducia in Dio non erano concetti astratti ma vissuti e messi in pratica giorno per giorno, man mano che la tua malattia diventava sempre più aggressiva.
 
Non l’ho mai vista, infatti, ribellarsi e dubitare della bontà del Signore, ma pur nell’angoscia, si è abbandonata completamente alla Sua volontà, nella certezza che Egli agisce sempre per il nostro bene. Ha sempre chiesto preghiere per te e lo abbiamo fatto in tanti, tantissimi, con costanza e amore per tutto il tempo che è durato il tuo calvario, intensificandole ogni volta che la lotta per sconfiggere il male si faceva sempre più ardua e dolorosa.
 
Nonostante i numerosi interventi a cui sei stata sottoposta e le conseguenti sofferenze che te ne derivavano non è mai venuta meno in lei la fiducia nel Signore e la certezza del suo aiuto. Quando ti ho conosciuta personalmente la tua malattia era già in uno stato avanzato ma ho visto anche te sempre serena e fiduciosa ed ho capito che il coraggio e la forza d’animo li attingevi in buona parte dalla tua mamma. Ho continuato a seguire in tutti questi mesi l’evolvere della malattia, che non ti dava tregua e il modo con cui l’affrontavi mi ha riempito di ammirazione e mi ha edificata moltissimo. Il progressivo aggravarsi della malattia ti aveva costretta, negli ultimi tempi, a fare uso delle stampelle, in seguito, anche della sedia a rotelle ed anche in questa circostanza sei stata sorretta dalla tua grande fede, tenacia e voglia di testimoniare Cristo. Insieme ai tuoi genitori, alla tua bella famiglia e a tutte le persone che ti hanno voluto bene ho continuato a pregare e a trepidare per te, in una continua altalena di speranze e delusioni, finché l’ultimo assalto del male ti ha portata via e solo allora la tua dolente mamma ha chinato la testa e pronunciato il suo «Fiat».
E a me, che ti avevo visitata pochi giorni prima nel tuo letto d’ospedale, è rimasto il ricordo del tuo mesto sorriso che, nonostante la tua evidente sofferenza, hai voluto regalarmi. Quanta commozione ho provato! Il tuo calvario è stato lungo e doloroso e sopportato da te con cristiana rassegnazione, come ci ha testimoniato il tuo padre spirituale e, nella tua pur breve vita che lascia in chi ti ha conosciuto un doloroso rimpianto, hai potuto fare ugualmente tanto bene. Sei stata una figlia, una mamma e una moglie esemplare e considero un privilegio averti conosciuta, sia pure per brevissimo tempo e di avere fatto con te, quaggiù, un breve «tratto di strada». Grazie Nicla, tu e i tuoi meravigliosi genitori siete stati un esempio per tutti noi di come si accetta la volontà del Signore, anche quando ci viene chiesto il sacrificio estremo. Ora tu sei in cielo e sono certa che anche da lassù, da quel luogo dove « non c’è più né morte,né lutto, né lamento, né affanno, né lacrime, continuerai a stare accanto ai tuoi cari, in particolare al tuo bambino,e a tutti noi che ti abbiamo voluto bene. E a me non resta altro che dirti: Arrivederci, non ti dimenticherò!
Leda
 
IL SUO MODO PER COMUNICARE: IL ROSARIO
NICLA….!!!
Difficile parlare di un’anima così pura, così vera, così unica, con nessun difetto, la perfezione fatta persona! Io l’ho sempre ammirata e spesso mi sono chiesta dove trovasse la forza per fare tutto quello che faceva con moralità, con amore, con devozione, senza mai chiedere nulla in cambio, senza mai dare giudizi, trovando sempre una parola di conforto per tutti, senza mai lamentarsi. Io ero qui nella città dove lei aveva costruito la sua esistenza, ed era sola, lontano dalla famiglia, separata con una bimba, un negozio da gestire e tante responsabilità che ormai la vita, il destino o la volontà Divina aveva deciso che avrei affrontato completamente sola. Avevo perso l’unico punto di riferimento della mia vita, «la mia MAMMA», avevo la morte nel cuore, ma nel corso dei miei anni trascorsi a Rimini ho conosciuto Nicla ed suoi genitori di Nicla, persone speciali che avendo compreso le mie difficoltà e la mia sofferenza mi hanno accolto nella loro casa facendomi conoscere tutta la loro famiglia. Dopo tantissimi anni di angosce e solitudine mi sono ritrovata nuovamente in compagnia di persone fantastiche, una nuova famiglia. Raccontando le mie innumerevoli difficoltà Nicla si è fatta subito carico anche di quello che riguardava me e la mia adorabile bimba, per due anni quasi ogni fine settimana Ilaria restava a casa di Nicla, Antonello e Marco, permettendomi di frequentare un corso fuori Rimini che mi avrebbe dato la possibilità di conseguire il diploma di ottica a me indispensabile per poter lavorare più serenamente. Non oso pensare a cosa sarebbe potuto accadere se non avessi incontrato Nicla,con il suo sorriso sincero, solare, la sua disponibilità estrema, la sua fede, il suo cuore grande, infinito!!! Ho trovato in lei una guida spirituale, un’amica, una sorella, il punto di riferimento che avevo perso, la forza di continuare a lottare, presa come esempio di vita, l’ho amata e stimata così come meritava. Ma a un certo punto lei stessa all’improvviso, un pomeriggio sono andata a trovarla, mi ha messa al corrente che sarebbe andata a Pavia per operarsi, perché aveva fatto degli esami e le avevano diagnosticato un tumore al seno. Da quel giorno è iniziato il suo calvario. Ero stupita dalla sua forza, dalla sua fiducia e speranza in Dio, ma principalmente dalla naturalezza e la serenità che aveva nel darmi una notizia così straziante.
Nei due anni di sofferenza ci siamo scambiate tanti SMS, conserverò sempre nel mio cuore un messaggio che diceva:
«Cara amica mia, l’unica cosa che puoi fare per me è pregare, come io farò per te e per Ilaria ATTRAVERSO IL ROSARIO». Nicla non si lamentava mai, ma i suoi occhi comunicavano.
Grazie Nicla per avermi donato la tua luce, la tua dolcezza, la tua generosità, la tua fede ed il tuo amore. Grazie!!!
Marzia
 
INCONDIZIONATO ALTRUISMO
Sono Maria Teresa che ha avuto il piacere di conoscere Nicla presso la struttura dove ancora attualmente mi trovo, nella casa Leona a Pavia, dove lei veniva a pernottare per i controlli periodici che faceva riguardo la sua malattia. La cosa che mi colpì di lei fu il suo carattere dolce e i suoi occhi pieni di luce, infatti le dicevo sempre che i suoi occhi avevano qualche cosa di particolare, che riuscivano a trasmettere tranquillità e serenità.
Ogni volta che le parlavo le dicevo che sembrava di vedere in lei lo sguardo del Signore, lei si arrabbiava e mi diceva:
«non dire queste cose perché io sono un essere umano comune e non mi puoi paragonare al Signore».
Un giorno avevo fatto dei controlli ed ero molto preoccupata per delle cisti che avevo alle ovaie, mi avevano detto che le dovevo togliere. Io ero molto triste, e lei non appena mi vide mi disse che la sera stessa sarebbe andata in chiesa e che non mi sarei dovuta preoccupare, mi disse: «Ti affiderò al Signore, sta sicura andrà tutto bene».
La cosa mi colpì molto perché infatti pensai a come facesse lei a pensare agli altri e pregare per gli altri, invece di pensare solo a lei per la sua incurabile malattia. Per me lei è stata una Santa in terra, che con il suo sguardo celestiale e le sue parole dolci riusciva a trasmettere tanto amore a tutte le persone sofferenti nella casa della sofferenza e nei reparti dell’ospedale. L’ultima volta che ci siamo sentite è stato il sette di agosto, quando mio marito ha fatto il trapianto di polmone. Ricordo che mi telefonò contenta perché finalmente mio marito aveva subito la tanto attesa operazione. Riusciva a stento a parlare e col fiatone mi disse queste parole: «Gesù ha esaudito il vostro desiderio. Ho tanto pregato per voi, godetevi questo momento e i giorni futuri». Io piangendo le risposi che pregai perché la stessa cosa accadesse anche a lei. Gesù avrebbe dovuto aiutare anche lei. Anche in quel momento lei, con il suo altruismo e nonostante facesse fatica a parlare, mi ribadì di non preoccuparmi per lei ma di pensare solo mio marito. Gesù ha chiamato Nicla perché aveva bisogno di un angelo come lei accanto. L’unica cosa che possiamo fare adesso è non dimenticarla mai. È molto vivo in noi il ricordo del capodanno che abbiamo passato insieme, non solo perché, nonostante il suo malessere fisico e claudicante preparò personalmente ed offrì il pranzo e la cena a tutti i sofferenti della casa d’accoglienza dei sofferenti, perché seppe riunire tutti i sofferenti per donargli un attimo di felicità, di spensieratezza, di fiducia, di speranza in Dio per un nuovo anno. A costo di essere ripetitiva affermo che non la dimenticheremo mai per la sua santità ed il suo incondizionato altruismo.
MariaTeresa
 
PERSONA SPECIALE NELLA SEMPLICITÁ DEL QUOTIDIANO
Se penso a Nicla mi viene in mente un angelo. Le ho sempre detto che lei era il mio angelo, lo è sempre stata.
Ci siamo conosciute in parrocchia qualche anno fa e col tempo la nostra amicizia si è fatta sempre più intima e profonda. Io venivo da un lungo periodo di crisi spirituale, era tanto tempo che non mi confessavo e assistevo alla Messa molto distrattamente, avevo il gelo nel cuore. Stare accanto a lei mi dava molto sostegno, vedere la sua grande fede mi attraeva. Abbiamo così pensato durante il mese di maggio, di recitare il rosario insieme tutti i giorni perché io da sola non l’avrei fatto e avevo bisogno della sua compagnia. È stato per me un mese di GRAZIA! Condividere con lei tutti i giorni il rosario e la mia vita mi ha dato una nuova ventata di Spirito Santo. Ho scoperto fino in fondo tutta la sua fede, una cosa straordinaria. Io non ho mai conosciuto una persona così innamorata di Gesù Cristo, così abbandonata alla Sua volontà così docile al Suo volere, sia in tempi sereni che in patimento. Ho scoperto anche tanta sofferenza, fisica e interiore ma, questa non è mai prevalsa sulla fede, non ha mai preso il sopravvento, l’ha sempre accettata e, cosa ancor più bella, OFFERTA a Dio per le persone accanto a lei che soffrivano. Ho scoperto il suo slancio, il suo entusiasmo per la vita e per le persone, tutti indistintamente. Mi viene in mente Don Pasquale che l’ha chiamata «Bersagliera… di Dio». È proprio indovinato questo termine. La preghiera e la Messa al primo posto, ma non si fermava lì, agiva era molto concreta, tutto ciò che c’era da fare prendeva e partiva per farlo. Anche gli ultimi tempi, finché ha potuto muoversi prendeva la macchina e andava… la sua casa era sempre aperta a tutti, il suo bellissimo e dolcissimo sorriso rispecchiava pienamente la sua capacità di accoglienza e disponibilità verso tutti quelli che avessero avuto bisogno. Il suo amore per Gesù Eucaristia che portava agli ammalati e ha voluto farlo fino in fondo.
Il suo amore per la famiglia: con la sua fede ha chiesto aiuto a Dio per Antonello e abbiamo assistito ad un vero miracolo. Le attenzioni per Marco che soffrisse il meno possibile per tutta questa situazione, la sua disponibilità totale nel dargli un fratello o una sorella, la sua grande sofferenza nel doverlo lasciare ogni volta che doveva ricoverarsi. L’aiuto concreto ed il sostegno spirituale dato ai genitori nelle loro malattie, visite, interventi, ma anche tante preghiere per loro. È un esempio di donna a cui vorrei sempre guardare e fare riferimento. Ho conosciuto una persona speciale nella semplicità del quotidiano. Stare accanto a lei mi ha sempre trasmesso tanta pace e serenità. Dico la verità, io ci ho sempre creduto in un miracolo, fino all’ultimo giorno ho creduto che ancora una volta ce l’avrebbe fatta a riprendersi perché lei era forte, fortissima ed anche perché avevamo tanto pregato per questo. È stato quindi un duro colpo, ho pianto tanto ma per me, per il grande vuoto che ho sentito. Per lei sono felice, so con certezza che sta benissimo lassù in Paradiso e sento la sua vicinanza ogni giorno, sento che questo angelo è sempre accanto a me e a chi chiede il suo aiuto.
Paola
 
DESIDEROSA DI SERVIRE PER OFFRIRE IL CORPO DI CRISTO
Nicla era una ragazza formidabile, aveva una profonda fede.
Ha lasciato alla comunità di S. Giovanni Battista di Rimini un’impronta meravigliosa.
Non ci sono parole per descrivere quello che abbiamo nel cuore e che porteremo per sempre.
Quando tornava da Pavia, per i numerosi ricoveri, massacranti chemioterapie ed dolorosi interventi, aveva il desiderio di portare la Comunione alle persone anziane ed ammalate oltre ad effettuare il servizio di diaconia in chiesa.
Io le suggerivo di non farlo, soprattutto quando era freddo, perché gli era stato vietato dai medici per non incorrere in un’influenza, ma lei incurante del suo stato di salute sorrideva e mi diceva che portare Gesù a queste persone trovava dentro di lei una forza meravigliosa. La stessa cosa, ogni volta che tornava a Rimini, si metteva a servizio della comunità ed aveva una gioia immensa di distribuire sull’altare il Corpo di Cristo a tutti i fedeli insieme ai sacerdoti a tutti. Io a volte avevo paura che potesse svenire, perché il dolore che aveva era lancinante, ma lei diceva che con Gesù non gli poteva accadere nulla. Quando ogni sera la chiamavo con il mio cellulare a Pavia, mi raccontava che il pomeriggio seguente ad ogni operazione andava a messa e trovava la forza per proclamare la Parola di Dio.
«Il Signore mi dà tanta forza, diceva». Intanto i mesi passavano e i dolori nel suo corpo erano immensi. La domenica la vedevo entrare o con le stampelle e successivamente con la sedia a rotelle con il figlio Marco ed Antonello suo marito. Anche questo per la comunità, gli amici ed i suoi cari è stata una sofferenza incredibile vederla in quello stato, ma nello stesso tempo estasiati dalla sua grande fede e volontà di non mancare alla messa comunitaria. Nei due anni dell’aggressiva ed assillante malattia le Comunità di S. Giovanni Battista, del Santuario della Beata Vergine e dei frati cappuccini si riunivano in preghiera effettuando «l’ora di adorazione» per Nicla, rosari o incontri di preghiera. Si era formato un grande gruppo e Nicla era l’occasione per riunire tante persone e consentire una diffusione profonda preghiera, gesto che non sempre si effettua con assiduità.
A noi diceva sempre: «Io se non avessi alle mie spalle tutti questi volti che pregano per me, non avrei la forza, la serenità e la fede per continuare a vivere e combattere». Nel percorso di questo dolore, i componenti di tutte le comunità sono diventati una grande famiglia nella preghiera per quella fantastica donna; più le speranze di sopravvivenza si affievolivano più si intensificava la preghiera. Nell’ultimo periodo anche il respirare era un supplizio.
Nell’ultimo intervento al cuore senza anestesia, il più doloroso, gli ha inflitto una sofferenza insopportabile, ma soffrendo in silenzio e senza far gravare su coloro che la circondavano diceva: «Offro il mio dolore al Signore» e così è iniziata la sua agonia. Ero con lei tutti i pomeriggi, lei si rendeva conto che la morte si avvicinava, ma lei era straordinariamente serena, donava a tutti un sorriso e chiedeva a tutti «scusa, scusa». Noi pregavamo attorno a suo letto a voce alta e lei non potendo parlare con il suo sguardo ci seguiva sgranando la sua corona del rosario. Giungeva il coma e mentre sua mamma recitava insieme al sacerdote ed a noi il rosario, Nicla improvvisamente tentava prima di alzare la testa dal cuscino e poi sollevava la mano destra, priva di forze, per effettuare il segno di croce, ma non riusciva nel suo intento, ma Felicetta sua madre che non l’ha mai lasciata un attimo nei due anni di sofferenza, accompagnava la sua mano per fare ciò che lei non era riuscita ad eseguire. Dopo un’ora Nicla è andata in Paradiso.
Irma
 
MAESTRA DI VITA
La bellezza affascina,
E tu eri bella,
 
La semplicità conquista,
e tu eri semplice,
 
La simpatia attira,
e tu eri simpatica,
 
L’affetto lega e conquista,
ebbene hai sempre conquistato tutti,
 
L’amore riempie il cuore,
e tu sapevi amare in modo unico
perché trovavi per tutti un posto nel tuo cuore.
 
La fede dell’uomo ha dei limiti e tentennamenti,
tu non l’hai mai abbandonata,
sei stata sempre perseverante e fedele.
 
La vicinanza alla morte per l’uomo è una disperazione,
tu hai dimostrato che ci può essere serenità, se si ha fede in Dio.
 
Come dimenticarti!??!!!
Sei stata una maestra di vita per chi ti ha conosciuto e non.
 
Resterai per sempre nel cuore di tutti.
Maria
 
DEVOZIONE MARIANA
Nicla dai modi timidi, discreti e pacati era straordinaria per la sua profonda fede. Un ricordo indelebile, prima e dopo la gravidanza, si augurava di partorire nel mese della Maria Vergine, per offrire suo figlio alla Madonna. Marco nacque il 30 maggio, fu esaudita e mostrò una felicità immensa.
Eraldo e Pina
 
SUO UNICO SCOPO, PORTARE CONFORTO ED AIUTARE TUTTI.
Bastava conoscerla, osservarla nella quotidianità, forte della sua fede e bontà verso tutti, insegnamento che il suo Gesù le trasmetteva, ogni giorno, in ogni momento con il quale dialogava, dialogo sempre più frequente, con l’aggravarsi del suo stato di salute. Lei credeva nel suo Gesù, nei suoi insegnamenti; le sue giornate trascorrevano non per lei, ma per dedicarsi alla famiglia ed al prossimo portando la parola di Cristo a chi sicuramente era ammalata e negli ultimi mesi a chi lo era meno di lei. Era il suo unico scopo, portare conforto ed aiutare tutti.
Aiuto che Nicla continuava a dare a tutti trasmettendo la fede e la speranza a chi si preoccupava per lei, per il suo stato di salute. È stata un esempio per me e sono sicuro per tutti coloro che l’hanno conosciuta. Sono orgoglioso e lusingato di aver avuto modo d’incontrare ed apprezzare una persona unica.
Davide
 
PROFONDAMENTE EMPATICA
Mi è rimasta di lei la sensazione di «quell’amore percepito» quando le stavo accanto. Non si può spiegare razionalmente, è un sentimento che si provava s’incontrava il suo dolce viso, il suo sorriso, quando ti parlava. Nicla è stata per me un modello di vita, di integrità, onestà, bontà, altruismo, ma soprattutto è un modello di fede, di vita cristianamente vissuta. Amava profondamente Dio, in Lui aveva fiducia, solo in Lui trovava conforto nei momenti difficili e dolorosi della sua vita, soprattutto durante la malattia. Ricordo che a Pavia in uno dei suoi ricoveri in ospedale mentre la chemioterapia le procurava dolore, le toglieva le forze e non si poteva alzare dal letto il suo pensiero era rivolto al sacerdote che le avrebbe portato l’Ostia Sacra. Se il prete ritardava di qualche minuto lei cominciava a dire: «Quando arriva Gesù?, ho bisogno di Gesù!!!». Quando Gesù entrava in lei la sua gioia era immensa ed il suo viso subito si rasserenava illuminandosi. Una volta l’ho accompagnata, già malata, a portare nella casa dei suoi malati l’Eucaristia; ricordo che mi colpì il modo in cui teneva il contenitore dell’ostia, sembrava emozionata, intimorita quasi.
Nicla amava tutte le persone, sin da bambina è stata impegnata nella vita comunitaria della parrocchia, per aiutare gli altri e stare bene con loro. Era sufficiente vedere le persone che la circondavano, la cercavano, come l’ascoltavano, per capire che era impossibile non amarla. Aveva la capacità di infondere serenità, confortava, consigliava ma senza traccia di presunzione; soprattutto non giudicava mai. Era una persona profondamente empatica, una qualità rara. La sua vita era il suo bambino, non l’ho mai vista tanto felice come quando è diventata madre, una gravidanza tanto desiderata quanto sofferta; l’amore per la Madonna l’ha indotta a consacrarlo a Lei. In ospedale, patendo atroci dolori, sorrideva guardando la foto del suo Marco e diceva: «Questo bimbo è la mia vita».
Sono sicura che dal cielo si prenderà cura di Marco e di tutti noi, come ha scritto nel suo testamento spirituale al suo bambino.
Ornella
 
NICLA FRUTTO PREZIOSO
Il frutto…Nicla (semplice, umile, ubbidiente, altruista, amore che ama e che si dona, immagine ed impersonificazione di Cristo, tutta per Gesù e con lui secondo la Volontà del PADRE CELESTE. Donatrice ed operatrice di pace nella famiglia e nella società; agnello innocente fisicamente macellato; senza riserve, tutta per il perdono,
»Padre perdona loro».
Richiesta di perdono ed aiuto anche verso la propria persona e gli altri compreso i familiari, il tutto nella visione di Cristo ed offerta a Cristo «non ce la faccio più, metto tutto nelle tue mani…fai tu…aiutami tu…»),
Frutto….seminato, cresciuto, protetto, nutrito, maturato… in abbondanza, pienezza, preziosità, gloria nella fede vissuta di mamma Felicetta. E’ doveroso riconoscere l’albero di tanto frutto: Mamma Felicetta…., la sua semplicità, cordialità, la sua forte, fortissima fede che traspare in ogni suo atteggiamento, per lei fede e fiducia in Dio non sono concetti astratti, ma vissuti e messi in pratica giorno per giorno. Si è sempre filialmente e ciecamente abbandonata ed accettata completamente la volontà del Signore, fonte di coraggio e forza d’animo per il suo frutto, la sua Nicla che nello scritto, datato 8 maggio 1994, le manifesta tutti i suoi sentimenti. Frutto prezioso di pianta rigogliosa che insieme hanno dato e danno, per tutti noi, testimonianza di AMORE A DIO ED AL PROSSIMO.
Malalta K.
 
DONNA TRAVOLGENTE
Io e Nicla abbiamo lavorato insieme per diversi anni.
Si contraddistingueva per la tanta serenità, dalla serietà, dal suo sorriso anche quando si verificano situazioni «difficili».
La sua voglia di fare era travolgente e coinvolgente. Il suo impegno era costante e abbondante. La sua disponibilità smisurata. La sua determinazione la portava a giungere fino alla risoluzione dei problemi. Io e Nicla avevamo fatto subito amicizia, quella vera e sincera, come era lei, che solo una persona con tanta religiosità ti poteva dare. Era impossibile non accorgersi della sua attenzione verso gli altri e verso quelli che avevano bisogno di una mano di aiuto. Una persona di valore, un valore umano e cristiano. Ora pensando a quel periodo trascorso, mi rimane un ricordo forte ed indelebile, inciso nel mio cuore e nella mia mente per sempre.
Claudio
 
UNITI NELL’APPARTENZA A CRISTO
Sarebbe stato impossibile non diventare amico di Nicla.
Quando, al lavoro, ci siamo conosciuti, con lei e gli altri amici è nato subito un rapporto di fiducia e di stima reciproca che ci ha fatto nel tempo maturare una unità molto forte.
Questo rapporto ci rendeva lieti, anche nella fatica del lavoro.
Nicla è sempre stata diligente nei suoi compiti e non si tirava mai indietro nell’aiutare chiunque, ma la cosa che sempre cercava era un’amicizia semplice e profonda. Più passava il tempo, la nostra amicizia, sempre con maggior chiarezza aveva come connotato la reciproca appartenenza a Cristo. Il nostro rapporto era orientato a sentirci uniti in quest’appartenza. Il clima di lavoro era talmente buono che quando qualcuno di noi, come poi aveva fatto Nicla, cambiava reparto, era un motivo di dispiacere.
Nicla, come tutti noi, avvertiva la fatica del lavoro, ma la sua fede traspariva in questa fatica. I suoi pensieri erano rivolti al suo Marco ed Antonello; con il figlio faceva in modo che crescesse nell’Amore di Cristo ed in salute; nel rapporto con Antonello aspirava ad un amore totale.
Negli ultimi tempi l’ho rivista sempre più presente nel suo dolore e al suo distacco a cui lentamente ha dato senso.
L’ultima volta che ci trovammo a cena a casa mia con gli amici delle Poste, era sempre più assente alle conversazioni e sempre più riflessiva.
L’altro aspetto di Nicla è stato che ha sopportato il dolore il modo dignitoso. Un giorno in ospedale mentre soffriva vistosamente, gli ho chiesto come facesse a sopportare il dolore, lei mi ha risposto: «Guardo Lui», rivolta verso il crocifisso che si era fatto mettere di fronte al letto. La sua è stata una testimonianza semplice e vera che Cristo vince il dolore e la morte, vissuta nell’ordinarietà e nello straordinario.
Lombardi
 
UN PENSIERO PER TE NICLA...
 
ESPRESSIONI LASCIATE SU UN VOLUME ALL’INGRESSO DELLA CHIESA DIS. GIOVANNI BATTISTA IL GIORNO DELL’ADDIO (07- 09 - 04)
 
All’esterno della chiesa in un libro parenti, conoscenti ed amici liberamente scrivono:
 
• Ciao stellina, adesso che risplendi lassù, continua ad illuminare con il tuo dolce sorriso la nostra misera vita. Abbi pietà di noi. Un bacio da noi tutti, guidaci di lassù.
 
• Quando in cielo vedrò la stella più luminosa saprò che tu ci stai guardando, la tua amicizia è il dono che il Signore ci ha fatto.
 
• Speriamo di poter assomigliare a te almeno una briciola e sarà già molto. Sei nel mio cuore.
 
• Una stella in cielo brilla per noi e a intermittenza saluta a mò di occhiolino. È la stella di Nicla
 
• Sei stata una donna meravigliosa, unica e insostituibile. Sei da portare nei nostri cuori e seguire il tuo esempio nella vita. Ringrazio Dio di averti conosciuta. Ti adoro.
 
• Cara Nicla ti conoscevo poco, ma abbastanza attraverso i tuoi genitori.
 
• Di te ricorderò sempre e conserverò in me la tua gentilezza e dolcezza. Un bacio con affetto.
 
• Anche se non ti conoscevamo ti stiamo vicini con i nostri cuori.
 
• Nicla, ti ho voluto tantissimo bene e te vorrò sempre, il tuo messaggio sul cellulare non lo cancellerò mai.
 
• Adesso che sei in cielo prega anche per noi affinché possiamo seguire sempre il tuo esempio di semplicità, di amicizia e soprattutto di fede.
 
• Non ti dimenticherò mai, per me sei stata come una sorella, mi sei stata vicina nel momento del dolore, sarai per sempre nel mio cuore.
 
• Sarai sempre nel mio cuore dolcissima Nicla.
 
• Cara Nicla, grazie per averci dato l’opportunità di conoscerti.
 
• Hai lasciato un’impronta indelebile nelle nostre vite. Grazie, è stato un privilegio conoscerti.
 
• Ciao NI’, Più su!!!
 
• Ringraziamo Dio di averci fatto incontrare. Un regalo più bello Dio non poteva fare alla nostra vita. Ci stiamo gustando tutti i nostri momenti belli, il nostro matrimonio… e tu sei con noi, ci sei vicino … tanto. TVB
 
• Amore a poco ricordati di noi presso il Signore.
 
• Ti ricorderò sempre.
 
• Ciao Nicla, sarai sempre nel mio cuore, ti ho voluto bene.
 
• Ti ho conosciuto poco ma il ricordo mi rimarrà.
 
• Ti ho voluto un sacco di bene.
 
• Sei stata l’amica più cara al mondo o meglio una sorella maggiore… non ti dimenticherò mai!
 
• Ad una ragazza dolcissima,ti voglio bene.
 
• Ciao Nicla, sarai sempre con noi.
 
• Spero che dove ora tu ti trovi e dove tutti un giorno ti raggiungeremo regni veramente solo la pace. Ciao
 
• Ciao Nicla, buon ritorno a casa, un abbraccio.
 
• Un abbraccio a Marco, bambino fortunato per avere avuto una mamma così bella e coraggiosa.
 
• Ti siamo vicini.
 
• Cari Antonello e Marco, anch’io ho perso la mia mamma presto, però ho sperimentato davvero che le persone che amiamo non le perderemo mai, ci saranno vicine ogni giorno della nostra vita. Anche Nicla vi farà sentire sempre la sua presenza viva e vi aiuterà nei momenti difficili. Vi abbraccio con tanto affetto.
 
• Meravigliosa Nicla, hai amato, hai tanto sofferto ma sempre con Lui, Gesù. Ora tu sei in Paradiso e a noi di te rimane una grande testimonianza di fede.
 
• È stato un immenso piacere averti conosciuta con la bontà che hai sempre avuto nel cuore, mi hai insegnato tanto, riposa in pace.
 
• Non ti ho conosciuto personalmente ma ho capito che eri un angelo.
 
• Cara Nicla, ti ricorderò sempre per la tua dolcezza. Un bacio, ciao.
 
• Volevi una festa, forse non ci siamo riusciti, piangono tutti.
• Dolcissima Nicla, avevi chiesto di vedermi venerdì per avere notizie del bambino che porto in grembo … per avere delle belle notizie … Non ho fatto in tempo a venire da te, perché tu sei venuta prima da me … Grazie Nicla, perché mi sei e mi sarai sempre vicina …Ti affido questo figlio, tanto desiderato: sii il suo angelo custode e la sua mamma in cielo … Ti voglio bene!
 
• Nicla, Pina e Tonino ti portano sempre nel cuore come esempio di testimonianza vera di fede.
 
• Nicla, scusami se non ti ho saputo amare.
 
• Grazie Signore per avermi fatto incontrare Nicla.
 
• Sarai sempre nel mio cuore e in quello di tutti noi.
 
• Ti ho conosciuto solo per telefono, ma capito subito che eri una persona speciale. Ciao Nicla, ti voglio bene.
 
• Ciao Nì! Continuiamo ad amarci. A presto.
 
 
• Cara Nicla, tu che sei un angelo del Signore veglia e prega per noi.
 
• Il nostro egoismo ti avrebbe trattenuta qui con noi, ma la tua anima è troppo bella e pronta per il Paradiso per restare qui. Dalla gloria dei cieli veglia su di noi.
 
• Grazie Nicla per le tue preghiere perché la mia Bianca potesse nascere.
 
• Ciao Nicla, ti ringrazio per avermi insegnato a pregare
 
• Purtroppo ti ho conosciuto per troppo poco tempo e in modo molto superficiale. Me ne dispiace.
 
• Sentendo in chiesa le parole di quelli che ti hanno conosciuto bene ed hanno apprezzato ciò che tu hai saputo dare loro, mi dispiace non averti conosciuto di più e meglio. Ciao Nicla. Coraggio Antonello e Marco
 
• Grazie per gli insegnamenti che ci hai dato.
 
• Ciao Nicla, sono contenta di averti conosciuto. Ti voglio bene. Aspettaci in cielo. Non ti dimenticheremo.
 
• Nicla, proteggi dal Cielo i nostri figli, tu che hai amato sempre i fanciulli.
 
• Gesù grazie per avermi fatto conoscere Nicla. Grazie Nicla per il tuo fulgido esempio di vita cristiana vissuta nella sofferenza offerta a Gesù, nella sottomissione alla sua volontà, sempre dolce, sempre serena. Dal cielo guarda tutti noi !!!
 
• Ringrazio il Signore per averti conosciuta, continuiamo a pregare insieme Gesù, per tutti. Ti voglio bene.
 
• Grazie, Nicla e Antonello, per questo intenso periodo di preghiera e per il vostro sorriso.
 
• Grazie Nicla per aver illuminato la nostra vita con la tua grande fede.
 
• Ti ricordiamo sempre con affetto, sei stata un esempio per noi, proteggici dal cielo.
 
• Grazie per la tua infinita dolcezza e semplicità, rimarrai sempre nei nostri cuori.
 
• Grazie Nicla di questa tua testimonianza di vita nell’amore … che ha migliorato un pò tutti noi.
 
• Grazie Nicla per avermi donato la tua luce, la tua dolcezza, la tua generosità, la tua fede ed il tuo amore. Grazie!!!
 
• Grazie Nicla esempio per tutti noi di come si accetta la volontà di Dio anche quando ci viene chiesto il sacrificio estremo.
 
DIARIO SPIRITUALE
Quale «suo diario» Nicla Loberto, al suo 40° anno di vita ci ha lasciato indicato con sottolineature insegnamenti, fatti suoi, dal «Parlami d’Amore» di M. Quoist, traduzione italiana di C. Greppi SEI 1987 e dalla «Imitazione di Cristo» di Kemps 1600, edizione Paoline s.r.l., 1987. Lei aveva compreso e vissuta la dimensione vera dell’AMORE, avendone scoperta e gustato la bellezza, la grandezza e le esigenze. Insegnamenti scelti e che Nicla ha fatto…
…«Lezioni di vita spirituale» Impegno continuo, sempre in crescendo…. per tutta la vita, senza esitazioni o riserve.
 
Per Nicla Loberto ……sono stati «lezioni impegno di vita»…vissuto sino a maturazione di abbondantissimo frutto.
Diario come scuola, guida, sostegno, forza, luce, strada per incontrare e seguire GESU’.
 
TESTO DEL RETRO COPERTINA
Il Signore ha legato le nostre vite
Per sempre con misteriosi
Ineffabili legami d’Amore
E l’Amore è più forte della morte.
Nicla