Melfi – Convegno del 12 settembre 2006

CONFERENZA - RASSEGNA STAMPA 2005/6
Ricordiamo
NICLA LOBERTO

Nel 2° anniversario dell’ingresso sulla Casa del Padre Celeste
Moderatore:
Dott. Franco Cacciatore giornalista
Relatore:
padre Spirituale e confessore di Nicla
Prof. Dott. Cav. Campobasso D. Pasquale

Partecipanti:
Ing. Ernesto Navazio - Sindaco di Melfi
Mons. Dante Casorelli
D’Addario Palmiro – segretario Ass.ne "Nicla Liberto" RN

Pro Loco – sala "Federico II"
12-09-06 ore 17:30
MELFI (Pz)

Dott. Cacciatore, Presidente della Pro Loco:
Un grazie in modo particolare per la presenza nella nostra sede del Sindaco Ernesto Navazio, il quale è venuto con l’Assessore Filomena Sassone. A tutti un grazie. Un avvenimento del genere può apparire eccezionale, forse fuori dall’ordinario, per una Pro loco. Però, a guardare bene, “pro loco” è “per il luogo” e anche per il luogo bisogna portare a conoscenza – forse è una piccola voce – questo evento particolare, questa vita ordinaria che però ha dei risvolti straordinari.
Questa sera noi qui abbiamo il professor Pasquale Campobasso, che è stato padre spirituale della concittadina, diciamo ad alta voce, NICLA LOBERTO. E vi posso dire che da quando ho appreso questa storia di questa nostra Nicla, vi dico che ho avuto un certo trasporto, prima di tutto perché ho capito che la cosa doveva essere veramente rilevante quando ho visto che tutta la stampa se ne occupava, la stampa specifica, come quella del mensile di informazione del Santuario Madonna della Misericordia, o addirittura l’Osservatore Romano. Però, vi posso dire anche che è stato detto che Nicla aveva un carattere docile, meraviglioso, eccetera, però, ho letto: “Non tollerava i compromessi, si batteva tenacemente perché non ci fosse ipocrisia nei gruppi ai quali prendeva parte.” E questo è un fatto straordinario, perché – non me ne vogliano sia D’Addario sia Don Pasquale – essere nella Chiesa e non accettare gli ipse dixit dall’alto... tanto che NICLA LOBERTO diventa una bersagliera onoraria, poi è diventata quella che tutti chiamano “la BERSAGLIERA …. di Dio”. Era decisa e concreta e affrontava ogni realtà con impegno e costanza.
E poi, in questa ordinaria straordinarietà, ho trovato qualcosa che a dirlo può sembrare di tutti i giorni, ma sempre leggendo qui, è nella preghiera che NICLA amava, amava l’adorazione eucaristica. Lo dico sempre perché so che in alcune occasioni si fanno riti che partono dalla notte o partono dal giorno prima, alla sera, e arrivano fino alla mattina del giorno dopo. [non comprensibile].
E poi tutta la malattia di NICLA dove io in un articolo ho scritto quelle frasi particolari che veramente toccano, come quando NICLA veniva sottoposta ai tanti esami nei tanti ospedali e diceva: “Ieri, quando mi hanno fatto l’esame e mi hanno infilato la sonda verso il cuore, per cinque o sei volte, mi sono venute in mente le spine della corona di Gesù, ho pensato al suo dolore; ed ancora tengo la mano aperta con il palmo verso l’alto in modo che nei momenti di difficoltà Gesù me la tiene ed io sono serena”
E proprio negli ultimi istanti NICLA sussurra:
“Signore, vorrei rimanere sulla terra per poter ancora diffondere il tuo messaggio d’amore.”
E di fronte a queste cose, giornali – ripeto - come il bollettino del Santuario della Madonna della Misericordia o l’Osservatore Romano, poi annotano che: “Per la Loberto il letto dell’ospedale e ritenuto il suo altare”. E allora come non dire che su quell’altare presto NICLA salirà agli onori?
E io mi fermo qui perché penso che poi il padre spirituale Don Pasquale Campobasso ovviamente sdoppierà tutta la relazione e dirà molto di più di quello che io ho potuto dirvi sinora. Però, un biglietto da visita di Don Pasquale Campobasso io voglio darlo a voi. Ieri prima di quella meravigliosa omelia, così piena di passione, di trasporto che lui ha fatto in chiesa, io l’ho incontrato e lui con la sua verve, perché l’avevo già conosciuto, mi ha parlato di NICLA, mi parlava di NICLA e ad un certo punto io ho visto i suoi occhi umidi di lacrime.
E poi una seconda cosa. Lui ha detto in chiesa: “Io appartengo ad un’altra generazione” perciò è un sacerdote non più giovane, ebbene ieri lui mi dice: “NICLA per me è stato un grande insegnamento.” Io, parole di questo genere, da un sacerdote, specialmente non giovane, non le ho sentite spesso. A voi Don Pasquale Campobasso, padre spirituale di NICLA LOBERTO.

Don Pasquale Campobasso:
Saluto tutti e ringrazio con cuore della vostra presenza. Il dottor Cacciatore vi ha accennato agli articoli, i primi articoli, che hanno parlato di NICLA, che è stata in questo santuario della Madonna della Misericordia a Rimini. Avevo ancora un po’ di volantini e degli stampati di quel primo articolo, anche per la conoscenza della chiesa che è una delle più belle chiese di Rimini, li ho portati, dopo alla fine chi li vuole prendere, sono a disposizione.
Per completare la presentazione della stampa, che per me è stata una cosa grande, quell’articolo sull’Osservatore non l’ho fatto fare io e mi è arrivato, piovuto dal cielo. Dico, ma come è arrivato? Perché tante e tantissime volte, quest’anno non tante, ma anche nell’anno precedente, io mi sono trovato in difficoltà perché un conto è coniugare la fede e l’amore per la preghiera, un conto è coniugare le relazioni sociali o fare capire certe realtà di fede dove il terreno è pieno di altre storie, di altre cose. E quindi quell’articolo mi fece grande piacere, nell’ottobre dell’anno scorso. Dopo ci sono stati altri articoli pubblicati e ultimo, nel mese di marzo, nella rivista Liberazione Eucaristica stampata a Loreto, anche qui è venuto fuori un articolo: “Testimone dell’eucaristia. NICLA LOBERTO, testimoniò con il sorriso e la dolcezza della Vergine la fedeltà a Cristo”.
Quindi la fede e la devozione, della fede di cui ho parlato poi ieri sera, ma anche la devozione di NICLA è stata per me di insegnamento perché non è stata una fede così, alla leggera, ma è una fede che è cresciuta negli anni, già da bambina, da giovane, da ventenne, densa e piena, nel senso reale, pieno, perché ci sono anche le fotografie: vestita da bersagliere. C’è una fotografia dove sfila in parata, da bersagliera, quindi partecipe proprio del corpo dei simpatizzanti dei bersaglieri, però bersaglieri, in quella che è stata la sua realtà di vita, di comportamento, di atteggiamento e di azione. Mi è venuto spontaneo quando nella Settima – la messa dopo la morte – proprio nel santuario della Madonna della Misericordia, c’era il labaro dei Bersaglieri di Forlì, con un picchetto, c’erano anche alcune dame, chiedermi meravigliato: “Ci saranno, perché il fratello più grande era ufficiale dei Bersaglieri e Presidente dei Bersaglieri a Forlì, è in pensione...” E poi mi sono reso conto che NICLA lei in persona era bersagliera, e quindi “BERSAGLIERA …. di Dio”. Per essere “BERSAGLIERA …. di Dio” c’era stata e ha fatto un lungo cammino. Quindi come stampa, è stato scritto parecchio. Io ho cominciato a scrivere ad un certo momento, oltre che a parlare, di NICLA già santa, visto le sue opere, visto le sue azioni, visto il suo comportamento, visto il suo atteggiamento verso i poveri e i bisognosi, visto il suo interessamento ai sofferenti e agli ammalati.
Lei quasi sul letto di morte, moribonda, fece ancora degli sms a chi era ammalato:
 
“Fatti coraggio, pregherò per te”
 
Perché per lei non ha mai pregato, concludendo ogni preghiera per se con le parole di Gesù: “Sia fatta la Tua Volontà”.
Quindi avevo cominciato subito a scrivere una vita e quando mancavano ancora i capitoli più importanti mi sono reso conto che il volume era già arrivato a 200 pagine …. quando stampato e sarà … un librone, chi lo leggerà? Non lo leggerà nessuno e ho cominciato a stampare vari fascicoli prendendo parti da quell’opera. Quindi alcuni di voi avranno già il terzo fascicolo, che abbiamo pubblicato il 5 settembre, nel secondo anniversario della morte.
Prima ho scritto e parlato di “NICLA LOBERTO una persona straordinaria nella ordinarietà” e quindi a tutti voi dico che si può essere santi anche facendo la cucina, anche lavando i piatti, anche facendo il bucato, e non si è santi solo se facciamo i miracoli, i miracoli li lasciamo fare a Dio; ma a me cristiano e di fede, NICLA insegna che si può essere straordinari in quello che è il lavoro o dovunque sono, con il mio atteggiamento, con il mio comportamento, e l’atteggiamento ed il  comportamento di NICLA erano di una semplicità massima e di un’umiltà profondissima per cui tante volte non è stata riconosciuta, anche nell’ambito stretto, nel breve cerchio, perché questa sua semplicità e umiltà non faceva mai vedere e apparire il suo operato. E bisognava andare a vedere e a guardare bene la mano sinistra che cosa faceva perché se ne rendesse conto la destra. Bisognava guardare cosa faceva la mano destra perché la sinistra se ne rendesse conto. Per cui tutto quello che io ho visto fare, ho conosciuto di NICLA mi ha portato all’affermazione che NICLA è stata ed è santa, più santa – dicevo ai parrocchiani della parrocchia di NICLA a Rimini – di Alberto Marvelli, beatificato il giorno della morte di NICLA. Marvelli, l’ingegnere di Ferrara, che è stato residente a Rimini e vissuto a Rimini, ucciso da un camionista americano ubriaco, immediatamente dopo la guerra, nel ’46, Alberto Marvelli che io ho conosciuto, poi l’ho conosciuto e seguito in tutti i processi per la beatificazione.
Abbiamo avuto un’altra santa, già venerabile, riconosciute le sue virtù, in via per la beatificazione e nel mese di aprile avremo la proclamazione in Rimini di beata, suor Pellesi, suora delle Missionarie di Cristo, e quindi Rimini in un certo senso è terra di santificazione, perché i santi arrivando a NICLA, passando per suor Pellesi e Alberto Marvelli eccetera, è gente venuta da fuori, ma che qui a Rimini ha avuto l’esplosione della santità e quindi niente da meravigliarsi. Rimini non ruba niente a Melfi, se una melfitana domani sarà beata e santa.
Ognuno di noi o chiunque altro è chiamato e dovrebbe tener presente, se veramente vogliamo essere cristiani, il vivere nella pienezza di partecipazione.

Concelebrazione nel 2° Aniversario ingresso nella Casa del PADRE CELESTE
Parrocchia S. Giovanni Battista - Rimini - 5 Settembre 2006

Quindi quelli che sono gli scritti sono stati scritti, ma nel secondo fascicolo che ho pubblicato ci sono tutte quelle testimonianze che mi sono arrivate da tutta l’Italia, per cui l’ho accennato anche al dottor Cacciatore, il giorno del funerale mi venne spontaneo esplodere ed esclamare che nel cielo della Chiesa di Rimini, anzi della Chiesa italiana, Melfi, Potenza, Bari, Biella, Torino, Forlì, Bologna, Rimini, quindi cielo della Chiesa italiana, c’era una nuova stella, la stella NICLA. Questa stella NICLA di cui oggi presento il libro, il fascicolo, Persona e personalità, da chi l’ha conosciuta, da chi mi ha mandato testimonianza: riprendo solo i titoli, per non andare a prolungare troppo... al signor Sindaco, anche se non nominativo, ho mandato tutti i fascicoli, non so se sono arrivati. È vero Segretario? Abbiamo mandato tutti i fascicoli quindi dovrebbe essere arrivato. Eventualmente, io chiedo anche per piacere di farli conoscere al signor Sindaco.
Quindi per tanta gente d’Italia, e quindi anche per voi di Melfi, è interessante sapere che cosa hanno scritto di Nicla: “Bellezza crocifissa” e quindi tutta una sintesi e un proclama di vita vissuta; “Colonna portante della fede” perché è stata maestra e colonna di sostegno a tutti noi, ha scritto ad esempio il fratello; “Il fiore di Gesù” l’ha detto il primo parroco quando NICLA era già nell’Azione Cattolica nella parrocchia di Sant’Andrea Apostolo in Bari; “Amica degli angeli e un angelo amico” una compagna di amicizia per tutta la vita; “Generosa luce di Dio”; “Medico dei cuori” scritto dalla dottoressa che l’ha operata ripetutamente a Pavia che dice:
«Quando era il momento non ero io che dovevo confortare Nicla, era lei che le diceva:
 
«Dottoressa, si faccia coraggio e mi operi.»
 
Quindi lo spirito è quello che era la realtà di questa donna, testimone vivente di santità e strumento di preghiera, per cui pregava sempre sopratutto il rosario, sin da giovane ha iniziato la conoscenza e la pratica della preghiera e del rosario, che non ha mai abbandonato un giorno. “Maestra di fede”, e per essere maestre non tanto bisogna dire, ma bisogna fare, uno che fa dimostra quello che dice. “Messaggio di tenerezza” ho accennato a quella che era proprio la sua semplicità e disponibilità per tutti; “Esempio di cristianità” come si è veramente cristiani; “Angelo di fede”; “Testimone di santità”; “Faro di luce”; “Amore immenso verso Gesù” e qui l’amore verso la Madonna e l’amore verso Gesù sono due cose testimoniate continuamente nella vita e la sua espressione: «Mamma, ma Gesù sarà dispiaciuto se io amo lui più della sua mamma?» quindi amare la Madonna e amare Gesù per NICLA sono state due cose di cui è fatica trovare la precedenza o preminenza, ma vissute tutte e due in pienezza, sono testimonianza di fede documentata nella quotidianità della vita. “Riflesso dell’amore di Dio padre” è quello che è lo studio, la conoscenza, fra i suoi libri ho trovato un libro che parla proprio dell’amore, Amore con la lettera maiuscola, tutte lettere maiuscole, non dell’amore della sposina che poi il giorno dopo del matrimonio come di peggior nemico – mi sono trovato a conoscere anche certi fatti estremi – il marito vuol gettare macchina e moglie giù in un burrone, oppure dopo una settimana tutti i bacetti eccetera vanno a finire tutti in cavalleria e non esiste più niente, solo perché c’è stata una mezza parola. Quindi l’amore di Nicla è stato un amore totale senza nessun limite, senza nessuna restrizione, senza nessun egoismo, per Dio e per il prossimo, in totalità… l’AMORE. “Fulgido esempio di testimonianza dei valori cristiani”; “Accettazione della volontà del Signore” anche questo ve l’ho un po’ accennato, concludevamo sempre le preghiere, quando pregavamo insieme:
 
“Signore, guariscimi, aiutami, però sia fatta la tua volontà.” “La volontà di Dio è stata che Gesù
mi ha chiamato a sé, per il mio bene.”
 
Quindi non è stata una condanna, non è stato un abbandono, ma lei abbandonata completamente nelle mani di Dio:
 
“Gesù, per il mio bene mi ha chiamata a sé.”
 
E dirà al suo bambino:
 
“Sono diventata il tuo angelo custode, ti sarò sempre vicino, in qualunque momento chiamami che io sono con te.”
 
Questa è una testimonianza e pienezza di amore, quando certe mamme per il figlio, coi bambini, con tanta facilità perdono la calma, la pazienza, o qualche cosa di peggio, ho detto: Cerchiamo di imparare da NICLA qual’ è e come vivere in pienezza l’amore. Il suo modo di comunicare, la preghiera... Prima preghiamo, anche alla domenica, in casa, a tavola preparata, prima, anche se ci sono delle persone estranee, prima leggiamo la Parola di Dio, ascoltiamo quello che ci dice il Signore e poi cominciamo a mangiare.
Quindi la preghiera e il rosario… ci facciamo il segno della croce prima di mangiare? Ci ricordiamo e ringraziamo il Signore di quello che mangiamo, della sua provvidenza? “Incondizionato altruismo” sempre per gli altri e mai per se stessa. Il marito negli ultimi mesi ha avuto un inconveniente, una malattia, si è trovato di colpo in coma all’ospedale, lei rientrata dall’ultimo intervento dall’ospedale, arriva a casa, si aspetta che ci sia lì il marito ad aspettarla, ed è una tragedia dover dire a NICLA che suo marito è in coma all’ospedale. Figuratevi. Però non ha pensato più a sé, corse all’ospedale per vedere il marito, e poi a telefonare per tutta Rimini, per tutta l’Italia: “Pregate, pregate, pregate...” e poi alla fine dopo quattro giorni di coma, il marito si sveglia, si alza: “Cos’è successo?” Nessuna conseguenza di quel coma e NICLA in quel solo caso, con un senso di consolazione senz’altro, disse:
 
“Gesù la grazia l’ha fatta a me.”
Non al marito che è guarito.
“Gesù, prendi me e lascia lui con il bambino.”
 
Se non è altruismo questo spiegatemi voi che cos’è.
“Persona speciale nella semplicità del quotidiano”; “Desiderosa di servire”; “Maestra di vita”; “Devotissima della madre di Gesù e di Dio” quindi la devozione alla Madonna fin da bambina, il giorno della nascita consacrata all’Immacolata, la Comunione con l’abitino della Madonna del Carmelo e poi la Madonna di Pompei e tutto l’elenco delle Madonne in giro da qualche parte, nel libro c’ è, lo troverete. Loreto, tutte le volte nell’andare su e giù da Rimini, Bologna o Torino, per venire a Melfi, la fermata andata e ritorno a Loreto era doverosa per lei. Per ultimo poi nella sua parrocchia la Madonna del Carmine, dove abbiamo celebrato, e la Madonna della Misericordia che lei, abitando lì vicino... tutte venerate.
Quindi qual è stata la devozione? Grandissima! “Però Gesù sarà contento?”
Profondamente empatica” cioè quello che diceva, quello che sentiva lo sentiva con coscienza, competenza e responsabilità in ogni azione. Suo unico scopo portare conforto e aiutare i malati, per cui nel 2000 diventa Ministro Straordinario dell’Eucaristia, che nella Chiesa, dopo il Concilio, è tutta una realtà d’impegno e di vita cristiana di rinnovamento.
“Nicla frutto prezioso umano e indifeso”; “Nicla travolgente” e qualcheduno ha scritto “Una valanga che travolge e trascina e lascia il segno” dovunque è passata, in ogni città in cui è stata ha lasciato il suo segno, testimoniato dalla testimonianze di chi mi ha scritto.
Nella Chiesa tutti uniti nell’appartenenza a Cristo. E quindi e soprattutto nell’ultimo libro, questa devozione alla Madonna, la devozione all’Eucaristia, il suo impegno di testimonianza cristiana nell’apostolato, sono tutti momenti eccezionali nella vita di questa vostra concittadina, di questa vostra NICLA LOBERTO.
Un pensiero particolare quindi per spiegare anche la presenza del labaro dei Bersaglieri, troverete proprio NICLA in fotografie da bersagliera, per quello che è lo spirito cremisi del bersagliere che lei ha vissuto in bellezza. Quante volte il sentire l’inno dei Bersaglieri fa venire anche a me da correre? La vita di NICLA è stato questo correre con entusiasmo per cui non è una semplice affermazione, ma NICLA bersagliera sì, non ve la tolgo come bersagliera, ma … “la BERSAGLIERA …. di Dio”, a gloria di Dio, … per il bene e per l’operare il bene.
NICLA, nella sua devozione alla Madonna, e quindi nei vari santuari, Assisi, Madonna degli Angeli, Loreto, Montevergine, Incoronata, …nel pensiero e nel cuore… sempre con la Mamma Celeste.
 
Facciamo un tentativo di sintesi su “PERSONA E PERSONALITÀ” di NICLA LOBERTO.
 
La vera dignità di una persona è conseguente della sua creazione ad immagine e somiglianza di Dio; e sarà realtà piena nella vita eterna, partecipando della beatitudine divina.
La persona umana realizzerà, o no, questa vocazione, se con atti liberi e lasciandosi aiutare dalla grazia, progredirà nelle Virtù Teologali e Morali, combattendo e vincendo ogni tentazione o peccato. La libertà di aderire a Dio-Creatore caratterizza gli atti propriamente umani ed è un’esigenza inseparabile dalla dignità della persona.
Nicla è stata conosciuta, apprezzata, stimata, onorata, amata da tantissimi, che hanno saputo leggere la sua anima di cristiana nella realtà di vita, impreziosita da tutte le virtù.
La persona virtuosa, con tutte le proprie energie sensibili e spirituali, tende non tanto a fare il bene, ma tende al meglio. Nicla ha vissuto in pienezza l’esortazione di S. Paolo ai Filippesi 4,8: “Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri”.
Nicla aveva la disposizione abituale e ferma a fare il bene. Le virtù sono state le radici, primarie e madri, della sua crescita cristiana: esse, umanamente acquisite praticando liberamente il bene, aiutano l’essere umano a trovare e restare nell’Amore Divino.

Concelebrazione Basilica Cattedrale Melfi - 11 Settembre 2006

Concelebrazione Basilica Cattedrale Melfi
11 Settembre 2006

Concelebrazione Basilica Cattedrale Melfi - 11 Settembre 2006

LE VIRTÙ TEOLOGALI
FEDE, SPERANZA, CARITÀ
a ed in Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo, in pienezza totale a Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, il suo GESÙ MISERICORDIA:
 
LE VIRTÙ MORALI o CARDINALI:
Poichè suppliscono o realizzino la funzione del cardine, che comprendiamo bene dell’utilità e vantaggio in porte, finestre, ecc. .nella vita del cristiano sono quattro PRUDENZA, GIUSTIZIA, FORTEZZA, TEMPERANZA.
Queste pur essendo della persona umana, con l’aiuto di Dio. ne formano, lavorano, impreziosiscono il carattere, dando a chi le vive, quella personalità che è spontanea per la pratica del bene.
Le Virtù Teologali danno vera vita ed abbondanza di frutto alle Virtù Morali o Cardinali, a tutta la persona che sempre si lascerà sostenere e guidare dai “Sette doni dello Spirito Santo”.
 
NICLA è stata esempio e testimonianza di:
UMILTÀ, SEMPLICITÀ, DOLCEZZA, DELICATEZZA, SENSIBILITÀ, MANSUETUDINE, CARITÀ, RISPETTO, ASCOLTO, ALTRUISMO, PERDONO, OBBEDIENZA, TRIONFO DEL BENE E DELL’AMORE FRATERNITÀ con tutti in Cristo.
 
Tutte le virtù le riscontriamo testimoniate, vissute da Nicla. La sua vita è stata caratterizzata da:
ESSERE…non apparire DARE… non prendere o avere.
Quando Nicla, rivolgendosi al suo confessore e Padre Spirituale, si dichiarava debole, incerta, peccatrice: era l’umiltà della santità che la faceva parlare.
Chi, senza alcuna riserva, era incline ed impegnata al bene in ogni situazione della giornata e della vita, da quale illusione, tentazione o peccato avrebbe potuto. essere vinta? La risposta del Padre Spirituale non poteva essere che:
 
“Quali sono i peccati? Fammeli vedere: Dove sono?”
Dove risiede la Grazia non ci può essere peccato.
 
Vero e pieno senso della famiglia in un sempre pronto dare. rimettendoci e rinunciando anche a giusti e doverosi diritti. Prescindendo da ogni altra considerazione, iniziarono, ben diversamente da una sola giornata di Passione per Gesù, ben due anni di sofferenze, sotto tanti aspetti, paralleli alla Passione di Gesù. Per Nicla arrivò il “...tutto e compiuto...” con l’ultimo intervento per liberarla dal liquido sieroso che opprimeva il suo cuore, operazione con una bassissima dose d’anestetico e durata oltre il previsto, una sonda le perforava il petto provocando dolori lancinanti e, facendo rimanere increduli i medici della sua soglia di sopportazione del dolore, spiegava:
 
Tengo il palmo della mano aperta rivolta in alto…Gesù la prende…, la tiene…, mi dà forza, altrimenti mi prenderebbe l’ansia.
 
Al medico che, all’uscita dalla sala operatoria si congratulava con Nicla “... mite Agnello condotto al macello e che non si agita e lamenta” con un sorriso consentito al momento e alzando il dito indice al cielo, affermava:
 
(“…è. Lui la mia forza!”. “Signore fa che la nostra vita resti sempre unita alla tua offerta sull’altare” (preghiera dei fedeli).
 
Le virtù teologali. morali. umane, di misericordia hanno regolato e ritmato la crescita della persona e della personalità umana, spirituale, cristiana di Nicla.
La testimonianza di un’amica, dall’infanzia fino alla porta dell’eternità ce ne fa sintesi dei risultati o frutti.
Per me è stata una maestra di vita, mi ha insegnato tanto.
 
Ha combattuto la malattia con tutte le sue forze, voleva vivere per crescere il suo
bambino, e per il suo Gesù, diceva:
 
“Porto la Croce con amore, ho ancora da fare molto per il mio Gesù”
 
Voleva dedicare gli anni della sua vita agli altri, portando loro il Cristo che tanto
amava.
Ci ha fatto dono della sua fede della quale è stata testimone altissima.
 
Pur nell’ immensa sofferenza, non ha mai abbandonato la speranza per Cristo, Lui era la sua guida, il suo sostegno, la sua forza, il suo coraggio: era esempio per noi tutti, anzi lei affermava di pregare di più.
In uno dei nostri ultimi incontri mi ha detto:
 
“Ho il dono di una gran fede e non posso lasciarmi alla disperazione … se penso che non c’è più niente da fare per me e se penso al mio bambino… ed allora trovo conforto affidandomi a Gesù chiedendogli di pensarci Lui”
 
Ha accettato tutto per Lui, per fare la Sua Volontà, per non deluderLo era il primo dei suoi pensieri, si è annientata nella vita terrena per Cristo. Questa era Nicla, dolce affettuosa, con un pensiero positivo per tutti, era generosa, si prodigava sempre per gli altri mettendo all’ultimo posto le sue esigenze personali, e tutto ciò per tutta la sua vita ed anche durante la sua malattia.
Era grande Nicla
 
Nella vita di figlia, sposa, madre ha magnificato il “MARTIRIO D’AMORE” come insegnato da Santa Giovanna Francesca di Chantal. Per tutta la vita Nicla ha sopportato…accettato…offerto i tanti e vari mille e mille dolori a Gesù, suo grande Amore.
Nicla Loberto, al suo 40° anno di vita ci ha lasciato indicato con sottolineature insegnamenti, fatti suoi, dal
Parlami d’Amore” di M. Quoist,
Imitazione di Cristo” di Kemps
un binario, per velocità supermistica AL PARADISO.
 
Lei aveva compreso e vissuta la dimensione vera dell’AMORE, avendone scoperta e gustato la bellezza, la grandezza e le esigenze. Insegnamenti scelti e che Nicla ha fatto… “Lezioni di vita spirituale”.
Scuola, guida, sostegno, luce, strada per incontrare e seguire GESÙ.
Impegno continuo, sempre in crescendo… per tutta la vita, senza esitazioni o riserve.
Per NICLA LOBERTO… sono stati “lezioni impegno di vita”… vissuto fino a maturazione di abbondantissimo frutto di ogni bene, soprattutto, spirituale.
 
[interruzione nella registrazione]
Dott. Cacciatore:
…lei mi sembra che a luglio sia tornata ancora una volta a vedere la sua terra, la terra del papà, dove vivono i LOBERTO, la mamma Felicetta Simonetti e poi suo nonno. Di suo nonno, e anche  io, per i giovani, voglio dire qualcosa, forse non tutti sanno che per noi era un personaggio straordinario, oltretutto perché ci permetteva di vedere, in tempi in cui ancora la televisione si può dire era quasi una chimera, la televisione in questo locale [non comprensibile] Ecco, per dire quanto noi eravamo legati un po’ a tutta la famiglia LOBERTO, veramente melfitana verace.
Io penso che con me, io l’ho sentito tante volte, anche lontano...; la parola a D. Dante ...a questo suo entusiasmo e questa sua ferma credenza nella santità di Nicla.
Don Dante:
Mi mettete in imbarazzo, per un motivo molto semplice: che l’ho sposata io, li ho sposati io, io e don Filiberto, io ho detto la messa, don Filiberto ha voluto benedire il matrimonio; praticamente la gioia che c’è dentro di me è indescrivibile. Non solo, ma siccome mi sto dando da fare per la nuova parrocchia... cantrada Bicocca…io ringrazio Dio, dico: ma come mai nella vita mia sono successe tante cose, che io, vi dico la verità, non avrei mai pensato? Quando io ripenso a tutta la vita mia e la vedo adesso chiudere con una melfitana all’onore dell’altare, e con una parrocchia che sembra una festa, la vedo lì e, scusatemi, posso chiudere la vita tranquillo e contento. Grazie.
 
Palmiro:
Mi chiamo Palmiro, diciamo che sono un amico di don Pasquale.
 
Dott. Cacciatore:
Ho capito, questo l’abbiamo capito.
 
Palmiro:
Io vorrei innanzitutto abbracciare don Dante e don Pasquale e tutti i presenti di Melfi, con questa testimonianza di amore e di affetto per la partecipazione al primo miracolo di NICLA LOBERTO. Io non credo che sia un sogno che abbia permesso di incontrare tante persone con il riferimento ad una persona che ha sofferto, una persona straordinaria come NICLA.
Vorrei anche abbracciare il Sindaco e anche l’Assessore. Io non sono uno che fa retorica e né politica, dico vi abbraccio perché non credevo che Melfi avesse un tale calore nei confronti di NICLA; commosso sì, dire che il ricordo del giorno di oggi... io ho visto già entrare qualcuno ieri durante la cerimonia, non ha pianto solo don Pasquale. Perché noi ci siamo chiesti, signor Sindaco e signor Assessore, perché costituire un’associazione?
Oggi viviamo in una società un po’ retorica, oggi abbondano le associazioni. L’abbiamo fatta per uno scopo ben preciso. Credo che tre siano le cose che non vorrei che si fraintendessero. Nicla era un esempio di amore a Dio, particolarmente, ai poveri, agli ammalati e ai sofferenti. Aveva come punto di riferimento una donna esile, gracile, ma grande nella sua personalità, che era Madre Teresa di Calcutta, che diceva proprio delle cose piccole: “Con ogni goccia che voi date per i poveri, si forma un oceano.” Un’altra frase di Madre Teresa che mi ha colpito profondamente, come padre di famiglia, è: “Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso.” Questa era l’umiltà di Nicla, era l’umiltà delle cose più semplici. Quando chiedo ai giovani: “Diventiamo bersaglieri anche noi di Nicla, bersaglieri di amore, basta un sorriso, basta una piccola goccia, quello che potete fare in casa, quello che potete fare in parrocchia, quello che potete fare nella società civile, nei confronti di un anziano, come faceva NICLA: ‘Ciao come stai? Stai bene?’” Cioè cercare di parlare, la terapia del ricordo, noi non sapremo mai che cosa ci può dare un anziano, non quello che noi gli dobbiamo dare, ma quello che un anziano può darci. Io vorrei proprio terminare ringraziando tutti voi per questa testimonianza di affetto e soprattutto di rispetto nei confronti della famiglia, ma soprattutto l’amore che volete riservare a NICLA, perché quell’associazione possa continuare in questa sua testimonianza e offrire quel poco o molto che abbiamo per i poveri, per i bisognosi. Ripeto, non è retorica, ma quanto bisogno c’è di un semplice sorriso?
Grazie.
 
Dott. Cacciatore:
Anche in queste parole si può comprendere quanto e in quale copiosità NICLA ha seminato, e ha seminato frutti veramente copiosi e ottimi. Grazie all’Associazione ONLUS Nicla Loberto. Passo un’altra volta la parola a don Pasquale, così vi accennerà su questa associazione…
 
Don Pasquale Campobasso:
Associazione ONLUS, cioè senza scopo di lucro; vuotare le nostre tasche, ma non nell’associazione per rimettere in tasca. L’Associazione Nicla Loberto, con il titolo e lo scopo è “Alla scuola e testimoni delle virtù eroiche di NICLA LOBERTO.” È questo il titolo proprio dell’associazione che abbiamo costituito. Ho sentito e ho fatto capire e comprendere il bisogno di una testimonianza data in una realtà tutta particolare, quale risposta.
Lo scopo che si è prefissa l’associazione è quello che ha fatto NICLA, il modo di comportarsi di NICLA, verso i bisognosi, verso gli ammalati, versi i sofferenti eccetera, deve essere il nostro, è il nostro e lo facciamo nostro. Per cui grazie al suo aiuto, in poco meno di due mesi, neanche, qui ho anche tutte le date del passaggio, abbiamo avuto l’iscrizione all’albo e abbiamo avuto il riconoscimento dal Sindaco di Rimini, dal Prefetto di Rimini e dalla Regione Emilia-Romagna, l’iscrizione alle associazioni ONLUS, risulta la trentesima nel Comune di Rimini. Questa associazione quindi ha queste finalità di continuare a fare il bene che ha fatto Nicla, che con dolore, ma a vantaggio nostro per il troppo darsi, ha accumulato un tesoro che non dobbiamo lasciare ai parenti, ai figli, ai nipoti, perché poi si scannino per dividerselo, ma un tesoro da portare, che resta personale e da portare quale tessera d’ingresso nel Paradiso.
E allora in questo breve tempo, in un anno, in meno di un anno, voi comprendete benissimo, in pochi mesi, abbiamo fondato questa associazione, ci sono dei soci fondatori, ci sono dei soci che si stanno avvicinando, ho mandato comunicazione dell’associazione alla scuola di NICLA LOBERTO, una domanda di iscrizione, tutto a vantaggio del prossimo.
E dico solo una cosa, in un anno, in meno di un anno, con l’associazione per Nicla abbiamo messo in cassa 25.996 euro e abbiamo donato, per aiutare chi era bisognoso, per aiutar chi aveva la bolletta della luce da pagare, aiutare chi aveva fame, aiutare i portatori di handicap eccetera, in un anno 12.300 euro, sono le cifre.
Quindi quello che è l’appello... come Rimini, abbiamo costituito questa associazione, in lontananza potete partecipare anche voi a questa associazione, nel libretto eccetera, anche quello con un conto corrente tutto riconosciuto, don Pasquale si è permesso di liquidare il suo conto corrente, perché poi se non ci sono questi non si fa niente. Ecco quindi la realtà: in un anno, dal primo anniversario all’altro giorno, l’associazione aveva raccolto e dato, … quanto detto.
Ogni mese, il giorno 5, nella parrocchia ci incontriamo in riunione di associazione per vedere quello che abbiamo fatto, per vedere quello che si può fare, quello che si deve fare e quindi tutta un’attività che NICLA ha spronato, me l’ha chiesto perché è il mio padre spirituale: “Tieni, porta a casa, lavora.” Quindi questi due appelli, e soprattutto, se costituite e anche qui in Melfi – don Dante è specialista – un’associazione che fiancheggia o inserita nell’Associazione Nicla Loberto, quale testimone qui da Melfi, sarà una cosa, un passo ancora più grande nel dare testimonianza di riconoscimento della grandiosità di NICLA, perché tantissime cose avrei da dire, potrei dire, ho troppo scritto e troppo fatto e potrei continuare, però poi di abusare non sono neanche capace.
Io vi ringrazio; non so se sono stato a sufficienza, se vi siete resi conto che non stiamo parlando di noccioline, ma di una santa nella grazia di Dio, nell’amore di Dio, nella gloria di Dio, che ci aiuta a camminare. Io è un anno che ho preso confidenza quasi, sulla mia scrivania c’è un mucchio di tutta questa roba e tante volte: “NICLA, non trovo una cosa... NICLA…” e immediatamente la trovo. Senza dire che poi potrei essere uno dei primi miracolati di NICLA, perché il giorno 29 luglio, i genitori erano qui a Melfi, io sono andato da NICLA, e quando so che non c’è nessuno che ci può andare ci vado io, e sto anche delle ore, non perché ha bisogno di me lei, ma perché io ho bisogno di lei e vado là, nell’andarmene via, 5 minuti prima, è venuto uno scroscione temporalesco che ha bagnato, ha impastato la strada, nel rientrare in una curva la macchina ha cominciato a sbandare e andare fuori la propria carreggiata, mi vedevo un furgonato grosso piombarmi addosso, quando avevo la morte lì, davanti agli occhi, ho dato un urlo: “NICLA!” Immediatamente le ruote davanti della macchina hanno grippato a terra, hanno girato e spostato la macchina di quei 10 centimetri, la macchina e il furgonato si sono fatti il contropelo. Io dissi: “NICLA, sarò il tuo primo miracolato, ti ringrazio.”
 
Dott. Cacciatore:
Don Pasquale quasi ci scherza sopra. Io sembrava quasi che avessi fatto un’eresia, quando dicevo che questa era proprio una santa doc perché non accettando [non comprensibile] io sono proprio così, non accettando niente perché a Melfi teniamo tanti problemi annosi e diciamo che per risolverli qui ci vuole un miracolo, io dicevo: bene, questa è proprio la santa che ci può fare i miracoli, ama Melfi, non accetta i soldi...
[non comprensibile] don Pasquale dice che bisogna prenderla giovialmente, così, allegramente, perché con i santi non è che bisogna mettersi là a piangere, se quelli sono contenti, noi dobbiamo essere contenti.
 
Don Pasquale Campobasso:
Perciò mi è piaciuto che anche un melfitano abbia vissuto quasi la mia esperienza, un melfitano ha chiamato NICLA: “Nipote aiutami...” Non faccio i nomi. NICLA ci è vicina se noi la sappiamo sentirla vicina e soprattutto se la sappiamo seguire.
 
Dott. Cacciatore:
Ma questa sera c’è una cosa che vi voglio fare osservare: prima dicevamo Rimini, pensavamo subito alle gite scolastiche, a questa città di piacere, eccetera. Questa sera abbiamo scoperto con don Pasquale un risvolto diverso, quasi a controbilanciare questa città: abbiamo scoperto un angolo o una parte recondita della città di Rimini. NICLA forse ha compiuto già questo miracolo, ci ha guidato alla conoscenza di parte di una città, come tutte le città, che hanno queste sacche meravigliose, che proprio a Rimini noi non pensavamo che ci potesse essere. E per questo le diciamo anche: “Grazie NICLA.”
E io penso che a questo punto dobbiamo passare la parola al Sindaco di Melfi, Alfonso Ernesto Navazio.
 
Alfonso Ernesto Navazio – Sindaco di Melfi:
Grazie Franco, buona sera a tutti, porgo il ringraziamento a don Pasquale, al suo più stretto collaboratore Palmiro, ma anche a don Dante e a voi tutti, perché vi vedo numerosi e sono passati questi minuti come se non fossero passati affatto, perché affascinati dal sentire le emozioni che don Pasquale trasmetteva ad ognuno di noi, nel momento in cui raccontava della luce di questa nostra concittadina.
Mi sforzerò di chiamarla anche io per nome, nonostante non la conoscessi, non direttamente, ma sentire questa sera un qualcosa che aleggia, a me è venuta in mente un’immagine un po’… sarà una coincidenza, può darsi, la vita è fatta di coincidenze: voi sapete che da me vengono tantissime persone a chiedere lavoro, una cortesia, un qualcosa, e l’altra sera ci siamo incontrati e si diceva di questo appuntamento a cui volevo partecipare; manco a farlo apposta il giorno dopo, strana coincidenza, la dico così, trovo una ragazza, di nome anch’essa NICLA, che mi ha chiesto una cortesia, di fare una telefonata presso un’azienda perché aveva bisogno di lavorare, e questa ragazza proprio oggi nel pomeriggio, ha avuto questo lavoro.
Saranno coincidenze, saranno come dire, la butto lì, la vita dei santi, noi siamo sempre abituati a pensare a qualcosa di eccezionale, fuori dall’ordinarietà, eppure vediamo che dalle testimonianze poi sembra che siano come noi, non sono esseri sovrumani che chissà quali misteri devono fare, quale vite deve compiere per potere essere riconosciuti. No. Noi vediamo nella vita stessa di NICLA, nella sua semplicità, nel suo rapporto con la fede, quindi l’amore verso gli altri, piccole ma grandi cose.
Quindi è bastata l’emozione delle parole di don Pasquale a farla entrare nella grazia di Dio.
E questo è veramente un esempio per noi tutti, e quindi per me, Sindaco di questa città. Mi è capitato già in quattro legislature di vedere la consacrazione del nostro Vescovo, vedere il Prefetto che si insedia, vedere riaprirsi una chiesa che dopo 50 anni ha riaperto o un castello dopo 60 anni di ristrutturazione, alla fine, siamo riusciti a farlo vedere al pubblico.
E quindi, come diceva anche don Dante, voglio ritenermi un Sindaco fortunato, perché non sapevo che tra le tante cose che sono avvenute, avrei avuto anche una concittadina santa nella grazia di Dio e così ammirevole da parte di tutti noi.
E quindi credo che la città che ha sempre saputo dare tanta solidarietà in silenzio, sappia anche questa volta, in quella associazione a cui lei ha dato vita, fa sentire il proprio affetto, la propria solidarietà per quelle persone, per quegli scopi che questa associazione si dà. Io voglio ringraziarvi con questa immagine, pensando a questi nostri concittadini che faranno tesoro di queste pitture e soprattutto chissà, sperando in quell’immagine [non comprensibile] quindi vedere anche quello che fra un po’ dobbiamo iniziare: la costruzione di questa nuova parrocchia, e quindi, chissà, sarà la nostra speranza nei prossimi giorni.
Grazie a tutti.
 
Dott. Cacciatore:
Qui termina purtroppo. Io quel pensiero di Madre Teresa di Calcutta lo voglio fare mio: “Quello che facciamo è una piccola goccia in mezzo al grande mare.” Buona sera a tutti, grazie e speriamo di rivederci.

Nel dolore ricordiamo Don Giuseppe Fensore

Nel dolore ricordiamo Don Giuseppe Fensore

L'OSSERVATORE ROMANO -