L'approccio iniziale con il restauro di una chiesa come questa
di San Giovami Battista incuteva non pochi timori in quanto
si doveva combattere su più fronti e tutti importanti. Il
primo forse quello più inquietante era quello di riconsolidare
il vecchio campanile, la struttura più bisognosa d'essere
curata in quanto presentava pericolosi dissesti che potevano
portare l'intera torre campanaria anche al crollo.
Abbiamo per motivi precauzionali addirittura vietato di far
suonare le campane poi, un poco alla volta si è ristrutturato
il muro portante dalla base alla sommità, le strutture portanti
orizzontali e il solaio di copertura.
Si è poi rifatto il nuovo tetto, impiegando coppi vecchi e
possibilmente uguali ai precedenti, il tutto sotto gli sguardi
attenti della Soprintendenza ai beni architettonici di Ravenna,
e dell'ing. strutturale FRANCESCO REGAZZI, prezioso collaboratore
che con me ha passato non poche ore sulle armature ad "assistere"
il nostro campanile ammalato.Restaurato il campanile si e
passato poi al rifacimento totale del tetto della Chiesa,
avendo come obiettivi:
quello
di preservare in modo definitivo l'immenso patrimonio artistico
situato all'interno della stessa chiesa;
di
essere veloci in quanto si doveva stare per qualche giorno
senza tetto,
non
fare vedere che il nuovo tetto sembrasse troppo nuovo.
Collocando i materiali nuovi dove non si vedono ed i vecchi
di recupero nei posti in vista siamo riusciti a fare I'intero
restauro del tetto dando 1'idea che il tetto sia sempre quello
del 1700. Si è arrivati poi al terzo lotto di lavori quello
del restauro dei prospetti e della facciata.
Qui i problemi da affrontare non erano pochi, il più grande
era il difficile accesso alle fiancate laterali occupate dalle
altre case a schiera.
Con armature appositamente calcolate e dimensionate siamo
riusciti ad avvolgere tutta la chiesa, e cosi osservare, studiare,
curare, addirittura se necessario sostituire tutte le parti
rovinate dal tempo, dagli agenti atmosferici e quant'altro.
Un ringraziamento particolare ai restauratori della facciata,
del portale marmoreo e delle 2 statue ed un altro agli elettricisti
che hanno curato con un nuovo sistema, l'illuminazione notturna
dell'intero complesso.
Ultimo ma non per importanza, si e messo mano, speriamo in
maniera delicata ma decisa, alla sistemazione interna della
navata centrale, rifacendo il pavimento marmoreo policromo,
con gli stessi materiali e colori, restaurando l'organo, rivedendo
l'impianto luci relativo alla zona altare maggiore, e sopratutto
sostituendo il vecchio altare con un altro più consono allo
stile squisitamente barocco della chiesa, avvalendoci per
tutta questa fase, della fattiva, colta, unica, potente collaborazione
dell'ing. MANZONI, che ha curato esemplarmente i rapporti
con la Soprintendenza ed i vari artigiani che hanno partecipato
alla realizzazione del nuovo altare.
Infine un grazie sentito, a un "piccolo" "grande" "uomo" che
e stato il promotore dell' "impresa" che è sempre stata il
suo sogno ma anche il mio e di molte altre persone, che volevano
e che vogliono, la Chiesa di San Giovanni più bella, più funzionale,
più sicura e più a misura d'uomo.
Walter
Donati Architetto |
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