Erano in realtà, quelli di questo Borgo, i primi edifici cittadini
incontrati da chi si recava in Rimini procedendo sulla via Flaminia,
antica via romana, realizzata dal Console Flaminio, attorno
all'anno 220 a.C., per collegare Roma alla sua colonia riminese.
Termine preciso di questa via fu per lungo tempo l'Arco
d'Augusto, imponente costruzione - arco trionfale e
porta urbica al tempo stesso - aperto in origine sulla cinta
muraria romana, e che ora, dopo i lavori di isolamento compiuti
negli anni trenta, campeggia solitaria in mezzo ad una aiuola,
al centro di un vasto e trafficato piazzale. L'Arco fu realizzato
nel 27 a.C. dall'imperatore Augusto per celebrare il restauro allora compiuto sulla via Flaminia
ed è rimasta la più antica architettura di questo genere oggi
esistente.
Possiamo immaginarne la sommità, certamente ornata inizialmente
con simulacri relativi ai trionfi imperiali, distrutti senz'altro
già in antico, per far posto ad una merlatura simile all'attuale
che è di tipo basso medioevale, mentre sui fronti dovevano risplendere
le dorature delle lettere delle iscrizioni.
Rimangono comunque visibili le belle effigi di divinità classica
sporgenti dai medaglioni circolari nonché la sensazione di arcaicità
comunicata dai grandi conci di pietra d'Istria intorno al fornice.
Questa, appunto, fu per lungo tempo la porta urbica cittadina,
sulla via Flaminia sino a quando, nel XIII secolo, l'imperatore
del sacro romano impero Federico II promosse la costruzione
di un nuovo e più ampio circuito di mura, ovvero quello che,
nonostante infiniti aggiornamenti e distruzioni susseguitesi
nel tempo, è tuttora visibile a ridosso del Borgo stesso.
In questo periodo una nuova porta fu realizzata a cavallo della
via, di fronte all'antico arco: il suo ponte levatoio si alzava
direttamente sull'Ausa, un torrente ora tombinato che scorreva
lungo le mura sino a pochi decenni or sono. Davanti a questa
porta medioevale, che era ricordata anche col nome di "Porta
del Cimiero" per uno stemma ornato di un grande cimiero posto
sulla sua fronte, era presente sino al XVII secolo un ponte
romano a tre archi, poi sostituito con uno seicentesco che ne
inglobava i resti. La porta fu distrutta alla fine del XVIII
secolo, mentre il ponte è oggi in parte interrato ed in parte,
probabilmente, distrutto.
Tornando a parlare del Borgo, indichiamo come esso fu appellato
nel corso dei secoli con nomi diversi, derivati da vari edifici
religiosi che sorgevano nei suoi dintorni (es.: Borgo San Ginesio,
dalla Chiesa cittadina dei santi Bartolomeo e Ginesio; Borgo
San Gaudenzo, dal Monastero e Santuario dedicato al santo protettore
e cittadino). Esso fu a sua volta cinto da mura e chiuso a Sud
Est da una porta, mutata nel 1509 in arco trionfale in onore
di Papa Giulio II e distrutta poi alla fine del XVIII secolo:
si trovava presso l'incrocio tra le due odierne vie XX Settembre
e Tripoli; le mura del Borgo erano già state smantellate nel
secolo precedente.
Tutto l'abitato in realtà fu soggetto, nel corso della sua storia,
a distruzioni pressoché complete, tant'è che si hanno notizie
di incendi sin dal VI secolo mentre con certezza sappiamo che
l'intero borgo fu bruciato dagli stessi riminesi nel 1469 per
ordine di Roberto Malatesta, nel timore che vi si installassero
le truppe pontificie che allora assediavano la città.
La chiesa di S. Giovanni non fu, inoltre, l'unica chiesa di
questa zona che anzi, nel corso dei secoli, ebbe monumenti di
culto cristiano di estrema importanza: ad esempio la Basilica
di S. Stefano, fondata dall'imperatrice cristiana Galla Placidia
nel V secolo e della quale si tornerà a parlare più avanti,
oppure l'importantissimo chiesa di S. Gregorio con annesso monastero
che nonostante le succitate distruzioni rimase intatto con i
suoi mosaici paleocristiani sino alla metà del secolo scorso,
quando fu sciaguratamente distrutto dal suo proprietario. Altri
edifici sacri "minori" furono il Monastero di S. Cristoforo,
scomparso ormai da molti secoli (si trovava vicino ad una vetusta
casa colonica tuttora esistente) o alla piccola chiesa del Crocifisso,
costruita presso l'arco di Giulio II, il cui veneratissimo crocifisso
è tuttora conservato nella chiesa cittadina di S. Bernardino.
Segnaliamo poi negli immediati dintorni il convento di S. Spirito,
visibile nella sua veste ottocentesca ed il santuario della
Colonnella, pregevole edificio cinquecentesco, ben restaurato
nei decenni passati.
Non si può infine fare a meno di citare un altro importantissimo
santuario che sorgeva appena fuori dal Borgo, ovvero quello
distrutto, di S. Gaudenzo: era sorto, probabilmente nel IV secolo,
su quello che fu il luogo della sepoltura del Santo Patrono
cittadino, dal quale prendeva il nome: fu annientato in più
riprese, nel 1812 e, incredibilmente, nel 1970. Si avrà comunque
occasione di parlare in seguito anche di questo.
Tra le cose da indicare ancora nel Borgo, forse merita un cenno
una terracotta con la raffigurazione del "Trionfo di S. Giacomo
e la Vergine del Carmine" posta sulla facciata di una casa al
numero 24 dell'attuale via XX Settembre: è attribuita a Carlo
Sarti, artista settecentesco e probabilmente indica le case
che furono di proprietà dell'antico ospedale di S. Giacomo dei
Calzolari. Tra gli edifici laici segnaliamo Palazzo Ghetti,
costruzione neoclassica ottocentesca, a poca distanza dalla
chiesa di S. Giovanni della quale, finalmente, andiamo ad occuparci. |
Pianta
di Rimini eseguita per Alessandro VII
(c.1660)
Particolare
della ianta di Rimini
Particolare
della ianta di Rimini
ponte sull' Ausa e Arco D'Augusto
Particolare
della pianta di Rimini
S.Giovanni Battista e S.Gregorio
La chiesa
di San Gregorio a Rimini
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